La Festa della Donna può essere sia un momento di celebrazione che di riflessione. La questione non è festeggiare, ma ridurre tutto a un’operazione di marketing. Se vogliamo che questa giornata abbia un senso, dobbiamo riportarla al suo significato originario: una lotta per i diritti e la valorizzazione dell’essere femminile, che dura tutto l’anno, non solo l’8 marzo. Senza però idealizzare ogni figura femminile, ma riconoscendo anche le dinamiche tossiche che possono esistere tra donne e tra donne e uomini
Ogni anno, l’8 marzo, il Mondo si tinge di giallo con ramoscelli di mimosa e messaggi di auguri rivolti alle donne. La Festa della Donna è un’occasione per riflettere sulle conquiste femminili, sulle disuguaglianze ancora presenti e sulla lotta per la parità di genere. Ma negli ultimi anni, la ricorrenza sembra sempre più legata a logiche commerciali piuttosto che a un vero riconoscimento del valore femminile.
Cosa leggerai nell'articolo:
Origini e significato della Festa della Donna
L’8 marzo nasce come giornata di lotta e consapevolezza. Le sue radici affondano nelle proteste delle operaie del Novecento, nei movimenti femministi e nelle rivendicazioni per il diritto al voto, alla parità salariale e alle condizioni di lavoro dignitose.
In Italia, la mimosa è diventata il simbolo della festa grazie a Rita Montagnana e Teresa Mattei, che la scelsero per il costo accessibile e l’innata resistenza.
Una celebrazione svuotata di significato?
Negli ultimi anni, la Festa della Donna è stata inglobata nel circuito del consumismo, trasformandosi in una serata di uscite di gruppo, regali e cene a tema. Niente di male nel festeggiare, ma spesso la giornata si riduce a un evento commerciale, perdendo il suo spirito originario.
Le aziende colgono l’occasione per vendere fiori, dolci, gioielli e gadget a tema “girl power”, spesso senza un reale impegno verso la parità di genere.
Molte donne si vedono ricevere un augurio di circostanza o un omaggio aziendale, ma nei restanti 364 giorni dell’anno le stesse realtà lavorative non sempre garantiscono pari opportunità e retribuzioni adeguate.
Quando le donne sono malvagie: madri, matrigne, amiche e altre figure femminili narcisistiche
La celebrazione dell’essere femminile spesso si concentra sugli aspetti positivi della donna: la sua forza, la sua empatia, il suo ruolo nella società. Tuttavia, esiste anche un lato oscuro del femminile, rappresentato da figure che esercitano il potere in modo tossico e manipolatorio. Madri ipercontrollanti, matrigne ostili, amiche manipolatrici, colleghe maligne sono solo alcune delle manifestazioni di questo fenomeno.
Le madri narcisiste rappresentano una delle figure più complesse in questo contesto. Queste “madri”, che non hanno nulla di materno, esercitano un controllo intrusivo sui figli, mancando totalmente di empatia e creando un ambiente familiare basato sulla manipolazione. Il quadro può portare a conseguenze impattanti sullo sviluppo emotivo dei figli, influenzandone l’autostima e la capacità di instaurare relazioni sane.
Le madri narcisiste possono inoltre manifestare comportamenti di triangolazione, mettendo i figli l’uno contro l’altro o istigando la figura paterna contro la propria prole, per mantenere il controllo e l’attenzione su di sé. Si viene così a creare un’atmosfera familiare di competizione e di sfiducia, con ripercussioni durature sulle relazioni tra fratelli e sorelle e/o tra padre e figli.
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In un’epoca in cui si cerca di abbattere stereotipi e riconoscere la complessità dell’essere umano, è cruciale ammettere che non tutte le donne sono simboli di accoglienza, di bontà. Esistono figure femminili che, per dinamiche psichiatriche, personali o culturali, perpetuano atteggiamenti dannosi nei confronti di altre donne o delle persone a loro vicine. Parlare di questo lato meno celebrato dell’essere femminile non significa sminuire la Festa della Donna, ma renderla più autentica. Si tratta di un’occasione per riconoscere e affrontare anche i meccanismi di potere e tossicità che possono emergere all’interno dell’universo femminile.
Come restituire valore alla Festa della Donna?
Se vogliamo che l’8 marzo sia più di una semplice occasione di marketing, possiamo:
- Sostenere cause concrete, facendo donazioni a organizzazioni che aiutano le donne in difficoltà o promuovendo a eventi di sensibilizzazione.
- Informarci, leggendo storie di donne che hanno cambiato la storia e diffondendone la conoscenza.
- Pretendere coerenza dalle aziende, premiando con i nostri acquisti consapevoli chi promuove realmente l’inclusione, e non solo chi cavalca la tendenza per puri fini speculativi.

Sono la CEO di Controsenso, Impresa operante nel Digital Marketing, nel giornalismo e nella comunicazione strategica. Dirigo un team di esperti che supporta P.M.I. e privati, aiutandoli a promuovere i propri progetti online e offline.