Dai rilevamenti strumentali alle testimonianze storiche, un’analisi approfondita dei giganti del mare che hanno sfidato ogni previsione scientifica
Le onde oceaniche più imponenti mai osservate sono eventi estremi e rari, generati da fenomeni meteorologici intensi o da dinamiche geologiche. Grazie ai progressi tecnologici, oggi possiamo misurare e comprendere meglio queste colossali manifestazioni della natura, una volta considerate quasi leggendarie.
Cosa leggerai nell'articolo:
Onde estreme: quando la scienza sfida il mare
L’oceano può apparire calmo e prevedibile, ma in determinate circostanze genera onde di altezza eccezionale, talvolta superiori ai 25 metri. Queste onde non sono semplicemente anomalie meteorologiche: rappresentano un campo di ricerca fondamentale per la sicurezza marittima, la progettazione navale e la comprensione delle dinamiche oceaniche.
Conosciute come “onde anomale” o “rogue waves” in letteratura scientifica, si distinguono per la loro imprevedibilità e la loro potenza distruttiva.
La leggendaria onda dell’USS Ramapo (1933)
Uno dei primi casi documentati di un’onda eccezionalmente alta risale al 1933, quando la nave USS Ramapo, in navigazione nel Pacifico, registrò un’onda di circa 34 metri. Il dato, riportato dagli ufficiali di bordo e verificato in base all’inclinazione della nave, è rimasto per decenni il riferimento massimo per le onde osservate in mare aperto, sebbene non strumentalmente misurato.
L’evento di Draupner: la prima conferma strumentale (1995)
Il primo rilevamento oggettivo di un’onda anomala è avvenuto il 1º gennaio 1995 presso la piattaforma petrolifera Draupner, nel Mare del Nord. Un sensore laser ha misurato un’onda isolata alta 25,6 metri in un contesto in cui le onde significative non superavano i 12 metri. L’evento, noto come “Draupner wave”, è stato decisivo per confermare l’esistenza delle onde anomale, fino ad allora ritenute poco più che miti marinari.
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Record ufficiale: l’onda del 2020 nell’Oceano Pacifico
Il 17 febbraio 2020, un’onda anomala di 17,6 metri è stata registrata al largo della costa di Ucluelet, nella Columbia Britannica, dal MarineLabs Data Systems. L’altezza dell’onda era oltre tre volte quella delle onde circostanti e ha stabilito un nuovo record per il rapporto onda singola/onda significativa. L’evento è stato descritto come il più estremo mai documentato secondo questo parametro, con un livello di rarità stimato in una volta ogni 1.300 anni.
Tsunami e megatsunami: onde ancora più colossali
Sebbene non rientrino nella stessa categoria delle onde anomale, gli tsunami — causati da terremoti sottomarini o frane — possono raggiungere altezze superiori. Il caso più estremo mai registrato è avvenuto nella baia di Lituya, in Alaska, nel 1958. Un’enorme frana ha fatto sollevare un’onda alta 524 metri, distruggendo completamente la vegetazione lungo le rive. Trattandosi però di un megatsunami in un fiordo, l’evento è considerato eccezionale e non rappresentativo delle dinamiche oceaniche aperte.

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