Turismo, cultura, scienza e ricerca uniti per valorizzare un territorio unico tra natura, geologia e storia
È partita la campagna di raccolta firme per l’istituzione del Parco naturale del Monte Rosa, promossa dal comitato Ripartire dalle Cime Bianche. L’iniziativa ambisce a creare un luogo tutelato che metta al centro non solo il paesaggio, ma anche il patrimonio culturale e scientifico della Regione.
Il comitato fondatore ha scelto quattro direttrici fondamentali: turismo, cultura, ricerca e divulgazione scientifica, da sviluppare nel territorio della rete europea Natura 2000 “Ambienti glaciali del gruppo Monte Rosa”, compreso il Vallone di Nana, l’area intorno a Saint‑Jacques e il Vallone di San Grato a Issime .
Una mobilitazione dal basso
L’iniziativa punta a raccogliere diecimila firme e diecimila euro entro il 2026, grazie alla piattaforma di crowdfunding buonacausa.org. Marcello Dondeynaz, referente del comitato, spiega “Vogliamo agire su due fronti: fare in modo che ci sia una vasta mobilitazione dal basso e continuare con una serie di attività, come le borse di studio per la ricerca e il censimento dei manufatti in pietra ollare presenti ad Ayas coerenti con il nostro obiettivo”.
Un paesaggio da scoprire: biodiversità e geologia
Secondo l’etologo e ex direttore del Parco del Mont Avic, Massimo Bocca, le testate della Val d’Ayas e della Valtournenche sono ambienti eccezionali, al punto da meritarsi lo status di siti Natura 2000.
L’archeologo Rodolfo Soncini Sessa aggiunge: “È possibile vedere tracce del fenomeno, ancora in atto, di avanzamento della placca africana, che, collidendo con quella europea, milioni di anni fa ha creato le Alpi. Si tratta del posto di gran lunga migliore per osservare questo fenomeno. Abbiamo un tesoro unico in casa”
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L’esperto precisa inoltre che la costruzione di un impianto sciistico, assai meno attrattivo di altri, rischierebbe di degradare questa risorsa.
Memoria storica, arte e tessuto culturale
Il territorio custodisce anche tracce della cultura Walser — specialmente nel Vallone di San Grato — e manufatti in pietra ollare prodotti fin dall’Alto Medioevo. L’archeologo Mauro Cortelazzo evidenzia come tali oggetti fossero molto richiesti: “un commercio di questi manufatti ha avuto una diffusione notevole, con reperti trovati in Liguria e al confine con la Spagna, anche in alcune tombe merovingie”.
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Questa campagna promuove una visione olistica del territorio, che mira a integrare valorizzazione ambientale, storia, geologia, ricerca e comunità locale.
Chiunque voglia contribuire all’istituzione del Parco Naturale del Monte Rosa può firmare ed eventualmente donare tramite la piattaforma buonacausa.org fino al 2026, sostenendo così un progetto che ha il potenziale di trasformare la regione in un modello virtuoso di sviluppo sostenibile. L’Italia ne ha bisogno.
[Cover Image – Ximonic (Simo Räsänen), CC BY-SA 4.0, via Wikimedia Commons]

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