I dati del Rapporto Eurispes 2025 raccontano l’evoluzione delle abitudini alimentari, tra nuove consapevolezze, mode del “senza” e profonde differenze territoriali e di genere
In Italia, quasi un cittadino adulto su dieci ha scelto di rinunciare alla carne. È quanto emerge dal nuovo Rapporto Italia dell’Eurispes, che fotografa una tendenza ormai consolidata e non più relegata alle nicchie alternative: il 9,5% della popolazione maggiorenne si dichiara vegetariano o vegano. Una percentuale che resta stabile rispetto allo scorso anno, ma che nasconde interessanti mutamenti interni.
Cresce, infatti, il numero di persone che hanno abbracciato l’alimentazione vegana, oggi pari al 2,9% del campione, con un incremento dello 0,6% rispetto al 2024. Parallelamente cala leggermente la quota dei vegetariani, al 6,6%, in diminuzione di mezzo punto percentuale.
Differenze territoriali e di genere
Il fenomeno non è uniforme sul territorio nazionale. Secondo l’Eurispes, le regioni del Nord-Est e le Isole guidano questa trasformazione culturale e alimentare, con percentuali superiori alla media nazionale: rispettivamente il 12,2% e il 15,4% degli abitanti si dichiara vegetariano o vegano.
Ti suggeriamo di leggere: L’impatto etico del Veganesimo, perché scegliere il cruelty-free
Un dato che suggerisce come tradizioni locali, cultura e disponibilità di alternative alimentari giochino un ruolo cruciale nella diffusione di questi modelli. A influenzare la scelta, inoltre, è anche il genere: le donne mostrano una propensione significativamente più alta rispetto agli uomini a orientarsi verso regimi alimentari privi di carne.
L’ascesa delle diete “senza”
Il rapporto mette in luce un’altra tendenza crescente: quella delle cosiddette diete “senza”. Sempre più italiani scelgono di ridurre o eliminare zuccheri, glutine, lattosio, uova o lievito, anche in assenza di intolleranze certificate da un medico.
Si tratta di un trend alimentare che affonda le radici sia nel desiderio di benessere personale, sia nella crescente influenza di modelli nutrizionali diffusi attraverso i media e i social network.
Parallelamente, più della metà della popolazione ricorre a integratori alimentari o inserisce abitualmente nella dieta semi, frutta secca e alimenti proteici di origine vegetale.
Alimentazione come identità e valore sociale
Questa trasformazione rivela un’Italia che cambia il proprio modo di rapportarsi al cibo, non solo come nutrimento ma come scelta identitaria, etica e anche politica. Non si tratta più semplicemente di “mangiare sano”, ma di affermare valori legati alla sostenibilità ambientale, alla tutela degli animali e alla ricerca di un equilibrio tra benessere e responsabilità collettiva.
Ti suggeriamo di leggere: Come passare al veganesimo, guida pratica per principianti
Allo stesso tempo, però, emergono delle contraddizioni: il fenomeno si concentra soprattutto in alcune aree del Paese e risente delle condizioni economiche delle famiglie, che non sempre hanno accesso a prodotti di qualità o a una varietà sufficiente di alternative vegetali.
L’Italia, dunque, non è ancora un Paese in cui il vegetarianismo o il veganesimo abbiano una diffusione di massa, ma il fatto che quasi il 10% degli adulti si identifichi in questi modelli segna una svolta culturale rilevante. Mangiare diversamente non è più un gesto marginale: è un atto che racconta molto della società contemporanea, dei suoi nuovi valori e delle sfide che attendono il futuro dell’alimentazione.

Sono la CEO di Controsenso, Impresa operante nel Digital Marketing, nel giornalismo e nella comunicazione strategica. Dirigo un team di esperti che supporta P.M.I. e privati, aiutandoli a promuovere i propri progetti online e offline.