Ciclo dell’acqua
Ambiente

Ciclo dell’acqua: un equilibrio instabile

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Tra ghiacciai in ritirata, falde in sofferenza e piogge estreme, l’acqua racconta una crisi globale in crescita. A dirlo è il Rapporto WMO 2024 sulle risorse idriche

Il Rapporto WMO State of Global Water Resources 2024 lancia un monito severo: il ciclo dell’acqua sta perdendo stabilità. Crollano gli equilibri storici, e i fenomeni estremi – siccità e alluvioni improvvise – si trasformano in una nuova “normalità”.

Tra sprechi e scarsità: un’era di eccessi idrici

Il dato che cattura l’attenzione è che nel 2024, soltanto poco più di un terzo dei grandi bacini fluviali mondiali ha registrato condizioni “normali”. Il restante – che supera i due terzi – ha sperimentato livelli idrici al di sotto o al di sopra delle medie storiche, segnale chiaro di uno squilibrio persistente.

In molte aree del Pianeta, l’acqua scarseggia. In altre, invece, si accumula troppo velocemente. In Sud America e nell’Africa meridionale, ad esempio, la siccità è diventata una ferita aperta. Nel frattempo, in Europa centrale, Asia e Africa centrale si sono vissute stagioni più umide del previsto.

Ghiacciai in ritirata, falde sotto stress

Un altro elemento allarmante del rapporto riguarda il destino dei ghiacciai. Il 2024 segna il terzo anno consecutivo di perdita netta di massa ghiacciata, con circa 450 gigatonnellate sciolte, una quantità d’acqua sufficiente a colmare oltre 180 milioni di piscine olimpiche.

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Lo scioglimento contribuisce all’innalzamento dei mari (circa 1,2 mm aggiuntivi nel solo 2024) e, paradossalmente, alimenta una crisi idrica locale: si entra in quella che molti chiamano la “fase post-picco dell’acqua”, cioè il momento in cui lo scioglimento annuale comincia a declinare, perché il ghiacciaio si è già ridotto eccessivamente.

In parrallelo, le falde acquifere soffrono: solo il 38 % dei pozzi monitorati ha mantenuto livelli normali, mentre gli altri denunciano carenza o surplus pericolosi.

Eventi estremi: record di allagamenti, uragani e siccità

Il 2024 è stato contrassegnato da alluvioni senza precedenti in Africa occidentale e in Europa. In Asia e nel Pacifico, piogge torrenziali e cicloni hanno peggiorato una situazione già critica, causando migliaia di vittime e milioni di sfollati.

In Brasile, l’emergenza ha assunto una doppia faccia: nel sud del Paese, le piogge travolgenti hanno causato gravi danni, mentre l’Amazzonia – già compromessa – ha proseguito una stagione secca che mette in pericolo ecosistemi e popolazioni.

Impatti sociali e prospettive future

L’acqua è la linfa della vita: sostiene gli ecosistemi, alimenta le economie e garantisce la sopravvivenza delle comunità. Eppure più di 3,6 miliardi di persone – quasi metà della popolazione mondiale – vivono ogni anno periodi di insicurezza idrica che durano almeno un mese. Una condizione destinata a peggiorare, fino a coinvolgere oltre 5 miliardi di individui entro il 2050.”

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In uno scenario simile, le politiche di adattamento e mitigazione devono diventare il cuore delle strategie nazionali e internazionali. A partire dalla migliore gestione dei dati, dall’investimento in infrastrutture resilienti, fino alla collaborazione tra Paesi per il monitoraggio idrico. Come ha affermato la Segretaria Generale della WMO Celeste Saulo, non possiamo “gestire ciò che non misuriamo”.

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