L’ordine come bisogno umano, forma di equilibrio interiore e strumento di consapevolezza
L’idea di ordine attraversa ogni dimensione della vita: dalle leggi che regolano l’universo fino ai piccoli gesti quotidiani, come riordinare una stanza o sistemare i pensieri. In psicologia, l’ordine non è soltanto una questione estetica o pratica, ma un bisogno profondo che riguarda la nostra mente e il nostro equilibrio emotivo.
Secondo il celebre psicoanalista Carl Gustav Jung, l’essere umano tende naturalmente a creare ordine per dare un senso al caos dell’esistenza. Questo impulso non nasce solo dal desiderio di controllo, ma dal bisogno di integrare gli opposti, di armonizzare la luce e l’ombra, la ragione e l’emozione.
Cosa leggerai nell'articolo:
L’ordine esterno come riflesso di quello interiore
Molte ricerche in psicologia ambientale, tra cui quelle condotte dall’Università di Princeton, mostrano come il disordine visivo aumenti i livelli di cortisolo, l’ormone dello stress. Vivere in ambienti caotici o disordinati può generare confusione mentale, difficoltà di concentrazione e ansia.
Uno spazio ordinato favorisce calma, lucidità e produttività. L’ordine esterno, tuttavia, non basta se non corrisponde a un ordine interiore. Spesso, il tentativo di controllare eccessivamente ciò che ci circonda rivela un disagio interno, un modo per evitare di affrontare emozioni irrisolte. In questi casi, il riordino diventa un rituale di compensazione, un tentativo di mettere pace fuori perché dentro regna la tempesta.
L’ordine mentale e la ricerca di significato
Sigmund Freud vedeva nell’ordine una forma di sublimazione, ovvero la capacità di trasformare impulsi e istinti in attività costruttive. Organizzare, pianificare, dare una forma alle idee sono atti creativi che permettono alla psiche di esprimersi in modo maturo. Quando riordiniamo la mente, non stiamo solo “mettendo a posto” i pensieri, ma li stiamo riconoscendo, accogliendo e dando loro un senso.
L’ordine mentale nasce dalla capacità di osservare senza giudizio, di distinguere ciò che ci appartiene da ciò che non ci serve più. È un processo lento e profondo, simile a una cura di sé.
L’ordine come equilibrio, non come rigidità
La psicologia contemporanea, in particolare la Mindfulness e la Terapia Cognitivo-Comportamentale, invita a considerare l’ordine non come rigidità, ma come equilibrio dinamico. Un eccesso di controllo può diventare una gabbia, proprio come l’eccesso di caos.
Essere ordinati, nel senso più autentico, significa imparare a lasciar fluire, a trovare un ritmo armonioso tra struttura e libertà. L’ordine diventa allora una danza, una forma di armonia in cui tutto ha il suo posto, ma niente è fisso per sempre.
Una via di guarigione
Molte pratiche terapeutiche, come la scrittura riflessiva o la riorganizzazione consapevole degli spazi, vengono oggi utilizzate per aiutare le persone a ritrovare stabilità emotiva. Mettere ordine, dentro e fuori di noi, è un atto di amore verso sé stessi.
Significa riconoscere che la vita non potrà mai essere completamente sotto controllo, ma che possiamo scegliere di creare un centro, un luogo interiore dove tutto si ricompone.
In fondo, come ricordava Viktor Frankl, fondatore della logoterapia, “l’uomo è alla ricerca di senso”: e l’ordine, in ogni sua forma, è uno dei modi più naturali per trovarlo.

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