Can­i nelle aree protette siciliane
Attualità - Lifestyle

Can­i nelle aree protette siciliane: un’apertura civile con nuovi doveri

Tempo di lettura: 2 minuti

LʼOIPA saluta il cambiamento ma chiede regole chiare per proteggere fauna, ambiente e persone

La Regione Sicilia ha deciso per la prima volta di consentire l’accesso dei cani — purché tenuti al guinzaglio — alle aree naturali protette. Una scelta che l’OIPA (Organizzazione Internazionale Protezione Animali) definisce un «passo avanti culturale».

La decisione, tuttavia, non può prescindere da responsabilità condivise e tutela effettiva dei luoghi.  Far entrare i cani negli spazi protetti è un segnale simbolico che va oltre il gesto: riconosce ciò che molte persone già percepiscono, cioè che i nostri amici a quattro zampe non sono semplici animali da compagnia, ma veri e propri membri della famiglia con i quali si desidera condividere l’esperienza della natura. A ogni modo, come sottolinea l’associazione, non basta il permesso: serve costruire una pratica rispettosa, consapevole e responsabile.

Controllo, responsabilità e tutela dell’ambiente

Secondo l’OIPA, è fondamentale garantire controlli e responsabilità individuale. La semplice apertura non è sufficiente: per evitare danni ambientali o incidenti con la fauna selvatica o con altri visitatori, chi accompagna il cane deve avere piena consapevolezza e responsabilità del proprio comportamento.

“My Soul”: lo spot LAV firmato dal regista Paolo Sodi che racconta l’attesa silenziosa dei cani nei canili italiani 

Alcuni habitat o porzioni di parco potrebbero essere particolarmente fragili per la biodiversità, la presenza di specie vulnerabili o per la rigenerazione naturale, e in questi casi sarebbe opportuno limitare l’accesso o stabilire fasce orarie o percorsi dedicati.

Educazione e monitoraggio come chiavi di successo

Non si tratta solo di una questione normativa, ma anche culturale: è necessario informare e sensibilizzare i proprietari su come comportarsi, quali regole rispettare e come minimizzare l’impatto sull’ecosistema.

Il fenomeno riprovevole dei cani sfruttati per lo spaccio di droghe 

Parallelamente, sarà fondamentale monitorare l’effettivo impatto della misura, valutando eventuali danni ambientali, criticità o conflitti tra visitatori, così da poter eventualmente adeguare regolamenti o modalità operative.

La Sicilia come modello virtuoso

L’OIPA auspica che la Sicilia possa diventare un “laboratorio virtuoso” da cui altre Regioni possano trarre ispirazione, ma con la premessa imprescindibile della serietà e della responsabilità.

Se gestita con equilibrio, regolamentata adeguatamente e affiancata a campagne educative, questa misura può trasformarsi da gesto simbolico a reale passo in avanti, verso una convivenza più armoniosa tra esseri umani, animali domestici e natura.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *