Durante la fiera di animali esotici tenutasi a Malpensa Fiere, diverse associazioni animaliste hanno denunciato la sofferenza inflitta a numerosi esemplari esposti in spazi angusti e inadeguati. Scene che riportano alla luce la necessità di un cambiamento culturale profondo nel rapporto tra esseri umani e animali
Domenica 9 novembre 2025, davanti all’ingresso di Malpensa Fiere a Busto Arsizio (Varese), si è svolto un presidio di protesta organizzato da diverse sigle animaliste – tra cui AVI, Cuneo Veg, Fronte Animalista, LEAL, NoMattatoio Milano, Task Force Animalista, Se Nulla Importa Importerà e Riccardo Manca Codice Vegan.
L’azione è stata una risposta diretta a Esotika Pet Show, la fiera dedicata al commercio e all’esposizione di animali esotici, che secondo gli attivisti rappresenta “una vetrina di sofferenza e mercificazione”.
Gli organizzatori della protesta hanno denunciato pubblicamente la logica che trasforma esseri viventi in merce o in oggetti da intrattenimento, sottolineando come tali eventi ignorino completamente le esigenze etologiche e il benessere psicofisico degli animali.
Animali trattati come oggetti da esposizione
Durante l’evento, sono stati segnalati episodi di esposizione che molti presenti hanno definito “disumani”.
Piccoli di pappagalli esotici ancora implumi, separati dai loro genitori, erano esposti in un semplice contenitore, come se fossero oggetti da mostrare.
Iguane e altri rettili erano stipati in minuscoli contenitori di plastica che impedivano loro qualsiasi movimento naturale. Le loro espressioni e il loro immobilismo hanno colpito profondamente i visitatori più sensibili, trasformando la curiosità iniziale in indignazione e tristezza.
Queste condizioni, secondo le associazioni, violano il benessere animale, ma rappresentano anche un chiaro segnale della deriva culturale che porta ancora molti a considerare la vita animale come un accessorio o un passatempo.
Una riflessione etica che non può più essere rimandata
Le organizzazioni presenti hanno ricordato che la Costituzione Italiana, con la riforma dell’articolo 9, riconosce il dovere di tutelare gli animali come esseri senzienti, così come sancito anche dal Trattato di Lisbona. Tuttavia, eventi come Esotika Pet Show dimostrano quanto la pratica sia ancora lontana dai principi sanciti dalle leggi e dalla scienza etologica.
Nel loro comunicato congiunto, gli attivisti hanno ribadito: “L’esposizione e la compravendita di animali in contesti fieristici non solo ignorano le necessità vitali di queste creature, ma alimentano una visione specista che li riduce a prodotti usa e getta. La vita non è uno spettacolo, e non ha un prezzo.”
Il bisogno di un nuovo paradigma
Dopo l’evento, il dibattito rimane aperto e sempre più cittadini chiedono che fiere di questo tipo vengano regolamentate o abolite.
Il fenomeno riprovevole dei cani sfruttati per lo spaccio di droghe
La protesta di Busto Arsizio non è stata soltanto un atto di denuncia, ma anche un richiamo collettivo alla responsabilità e alla compassione. Perché la vera evoluzione della società passa dalla capacità di riconoscere il valore intrinseco di ogni forma di vita, anche di quella che non riesce a parlare, ma si esprime e soffre in silenzio.
[Cover Image – Immagine di repertorio – I video della manifestazione sono disponibili sulla pagina Facebook dell’associazione Task Force Animalista]

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