Dalle piramidi all’allineamento delle stelle, dalle profezie cosmiche ai calendari ciclici: le civiltà antiche hanno mostrato una padronanza dei fenomeni astronomici sorprendente. Ancora oggi, alcune conoscenze mettono in discussione la nostra comprensione della storia scientifica dell’umanità
Le scoperte archeologiche degli ultimi decenni hanno evidenziato come le civiltà antiche fossero molto più avanzate sul piano astronomico di quanto si sia ritenuto per lungo tempo. Dagli Egizi ai Maya, dai Sumeri agli abitanti di Göbekli Tepe, si riscontra una profonda comprensione dei cicli celesti, dell’orientamento stellare e delle eclissi.
Tutto ciò solleva interrogativi affascinanti: alcune conoscenze sono andate perdute? E, soprattutto, gli antichi possedevano strumenti o saperi che oggi ci sfuggono?
Cosa leggerai nell'articolo:
L’Astronomia degli Egizi
Uno degli esempi più noti della conoscenza astronomica antica è rappresentato dalla disposizione delle piramidi di Giza. Le tre principali sono allineate con una precisione sorprendente rispetto ai punti cardinali. Studi condotti dall’Archeoastronomo britannico Kate Spence dell’Università di Cambridge suggeriscono che gli Egizi utilizzassero una tecnica basata sull’osservazione delle stelle Kochab e Mizar per determinare il nord vero, con uno scarto inferiore a 0,05 gradi.
Una precisione difficilmente ottenibile senza strumenti ottici, il che ha portato alcuni studiosi a ipotizzare l’uso di strumenti ora perduti o tecniche più avanzate di quanto si creda.
I Maya e il calcolo dei cicli celesti
I Maya, noti per il loro sofisticato calendario, avevano una conoscenza estremamente precisa dei cicli di Venere, della Luna e del Sole. Il Codice di Dresda, uno dei testi maya più importanti, contiene tabelle astronomiche che anticipano con notevole esattezza eclissi solari e lunari.
Gli studiosi, tra cui Anthony Aveni della Colgate University, considerano la scienza maya tra le più avanzate dell’antichità. Colpisce che, pur in assenza della scrittura moderna e del telescopio, riuscissero a sviluppare calcoli che ancora oggi sorprendono per accuratezza.
Göbekli Tepe: Astronomia preistorica?
Il sito di Göbekli Tepe, in Turchia, datato a oltre 11.000 anni fa, ha sollevato nuove domande sull’origine dell’Astronomia. I suoi megaliti, decorati con simboli animali e posizionati secondo schemi ricorrenti, potrebbero rappresentare delle costellazioni.
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Un’ipotesi avanzata da Martin Sweatman, docente all’Università di Edimburgo, suggerisce che il sito potrebbe registrare un evento astronomico risalente a circa 10.950 a.C., come il passaggio di una cometa. Se confermato, ciò indicherebbe che l’uomo pre-agricolo possedeva già una conoscenza celeste codificata.
Conoscenze perdute o sottovalutate?
Molti elementi fanno pensare che alcune conoscenze astronomiche siano state trasmesse oralmente o simbolicamente, perdendosi nel tempo con l’avvento di nuove civiltà e religioni. In alcuni casi, sono stati gli stessi colonizzatori europei a distruggere codici e osservatori sacri, come accadde in America Centrale.
L’Archeoastronomia moderna sta contribuendo a riscoprire questi antichi saperi, ma restano molti misteri aperti, come le reali funzioni di Stonehenge, gli allineamenti solari di Machu Picchu, o il significato astronomico dei petroglifi australiani.
Attendiamo di scoprirli.

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