Un successo che va oltre i numeri: in che modo i Consorzi Cobat stanno trasformando rifiuti in risorse e guidando l’Italia verso un’economia davvero circolare
Nel 2024 i Consorzi Cobat hanno segnato un nuovo primato: più di 154.000 tonnellate di prodotti a fine vita — fra pile e accumulatori, RAEE (rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche) e pneumatici fuori uso — sono stati raccolti e avviati al riciclo.
Questo dato, ufficializzato durante la presentazione del primo Bilancio di Sostenibilità integrato del gruppo lo scorso 7 ottobre a Roma, è l’indice di un’impresa collettiva che va ben oltre l’adempimento ambientale.
In altre parole, quello che potremmo chiamare “rifiuto” diventa materia prima, opportunità e testimonianza di un’Italia che impara a fare economia in un modo diverso.
Cosa leggerai nell'articolo:
Il contesto italiano e il ruolo strategico delle filiere
L’Italia non è spettatrice. Secondo i dati citati dai Consorzi Cobat, il nostro Paese registra un tasso di utilizzo circolare dei materiali pari al 20,8%, quasi il doppio della media europea. Ma si va oltre: sul fronte della raccolta e del riciclo dei rifiuti trattati, l’Italia è al vertice con circa l’85,6%.
In questo scenario, le tre filiere gestite dai Consorzi Cobat — RIPA (pile e accumulatori), RAEE, TYRE (pneumatici fuori uso) — assumono un ruolo centrale. Non solo per quantità, ma per qualità del sistema: logistica, tracciabilità, partecipazione sociale.
Si comprende così come un bilancio di sostenibilità non serva soltanto a “rendicontare” ma a raccontare un percorso: aziende, istituzioni, cittadini interconnessi in un modello circolare.
Dati che contano: filiere e numeri
Nel dettaglio, la filiera RIPA ha raggiunto 88.627 tonnellate di pile e accumulatori esausti, con un incremento del +35% rispetto al 2023. Di queste, 51.379 tonnellate sono batterie per veicoli.
La filiera RAEE ha raccolto 27.591 tonnellate di apparecchiature a fine vita — un contenuto tecnico ma importante: innovazione tecnologica, recupero di metalli preziosi, variabilità del mercato.
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La filiera TYRE ha raccolto 38.377 tonnellate di pneumatici fuori uso, pari al 111,36 % rispetto al target normativo previsto.
Sono numeri che testimoniano un’attività che cresce, che si organizza e che nel contempo affronta le sfide della contemporaneità: dai mercati alle normative.
Il valore della partecipazione e della responsabilità collettiva
Durante la presentazione del bilancio, i vertici dei Consorzi Cobat hanno sottolineato che “ogni risultato è frutto di un impegno collettivo: dei nostri soci, delle istituzioni, dei partner e di tutte le persone che insieme a noi credono che la sostenibilità sia una responsabilità quotidiana”.
Non basta riciclare. Serve un cambio culturale. È necessario che imprese, cittadini, istituzioni operino in sinergia. Questo concetto lo ribadisce il fatto che, negli ultimi tre anni, la base sociale dei consorzi è cresciuta significativamente: +22% per RIPA, +21% per RAEE, +33% per TYRE.
Il bilancio diventa quindi anche strumento di trasparenza, di comunicazione, di mobilitazione, non solo interno al sistema, ma verso la società.
Alcune riflessioni finali
Il dato da 154.000 tonnellate parla da solo, ma ancor più parla la direzione verso cui stiamo andando. Per chi crede nel “meno spreco, più circolo”, questo è un buon motivo per essere ottimisti. Per chi gestisce aziende, operatori del settore, amministratori locali, si tratta di una spinta a fare di più, ma anche a coinvolgere i cittadini nei processi.
E per noi ambientalisti è l’occasione per ricordare che la sostenibilità non è una moda, non è un semplice tema tecnico. È un modo di vivere, un modo di fare economia diversa, uno strumento per costruire comunità più consapevoli. Il bilancio dei Consorzi Cobat ce lo mostra: si può, e va fatto bene.
Nel nostro quotidiano, quindi, riflettiamo su come possiamo supportare questa circolarità — sia come consumatori, sia come cittadini attivi — continuando a domandarci: quale sarà la prossima tonnellata che ricicleremo, quale rifiuto che pensavamo inutile diventerà risorsa?

Ho ideato Controsenso, un’iniziativa che promuove la rinascita culturale. Guido un team di professionisti impegnati a supportare associazioni, cittadini, imprese e privati nella realizzazione dei loro progetti. Il nostro motto? We are working for the Planet.


