Dalle tavolette d’argilla della Mesopotamia ai geroglifici egizi, dal carattere cinese alle glifi maya: un’esplorazione di come la scrittura abbia dato inizio a una nuova era di cultura e comunicazione
Oggi, quando pensiamo alla scrittura, immaginiamo linee su carta, schermi digitali, lettere che corrono veloci. Ma tutto ha avuto inizio in un lontano passato, quando l’uomo ha sentito la necessità di fissare – e oltrepassare – il confine della memoria orale. Le prime tracce di “proto-scrittura” consistono in simboli ideografici o mnemonici, utilizzati per contare o segnare beni, ma non ancora capaci di registrare pienamente un linguaggio parlato.
È solo in un secondo momento che compare la scrittura vera e propria, in cui segni grafici rappresentano suoni o parole. In tale contesto, è corretto dire che la scrittura è “stata inventata” — ma non una sola volta, e non da un solo popolo.
Cosa leggerai nell'articolo:
La Mesopotamia: culla della prima scrittura
Tra i contesti storici più importanti per l’emergere della scrittura vi è l’area a sud dell’attuale Iraq, in cui fiorirono le città sumere. Qui – intorno al 3400–3200 a.C. – si sviluppò il sistema cuneiforme: tavolette d’argilla sulle quali, con lo stilo, si imprimevano segni a cuneo per registrare transazioni, offerte, beni.
Secondo una ricostruzione accreditata, nella città di Uruk si passò dai semplici pittogrammi (che rappresentavano oggetti) a simboli fonetici capaci di esprimere azione, grammatica, concetto.
Il perché di questo salto culturale va ricercato in motivazioni concrete: l’amministrazione delle città, il commercio a lunga distanza, la necessità di registrare beni e scambi. La State Library of NSW evidenzia che “la scrittura fu inventata come mezzo di comunicazione a lungo raggio, motivata dal commercio”.
In altre parole: la scrittura non è stata il frutto di una singola mente geniale isolata, ma di un contesto sociale che ne ha reso necessaria l’invenzione.
Egitto, Cina, Mesoamerica
Se leggiamo spesso che la scrittura è “nata” in Mesopotamia, gli studi moderni precisano che non si trattò dell’unica invenzione. Altre culture hanno sviluppato sistemi di scrittura in modo indipendente. Secondo alcuni autori, sono almeno quattro i punti nel mondo in cui la scrittura è comparsa autonomamente: in Mesopotamia, in Egitto, in Cina e in Mesoamerica.
In Egitto emergono geroglifici già intorno al 3200 a.C., ma non è ancora certo se essi derivarono direttamente dal sistema mesopotamico o si svilupparono a sé stanti.
In Cina, gli studiosi collocano gli esordi del sistema scritto attorno al 1400–1200 a.C., con iscrizioni su ossa oracolari. In Mesoamerica la scrittura maya e epiolmeca prende forma più tardi, ma anche in quest’area l’impatto fu profondo.
Le ricostruzioni indicano che parlare di “chi ha inventato la scrittura” richiede sempre una puntualizzazione: «chi», «quando», «dove» — e soprattutto «in che forma».
L’impatto della scrittura sulla civiltà
La comparsa della scrittura ha segnato uno spartiacque nella storia umana. Permise di fissare leggi, contratti, storie, culti, e di trasmettere conoscenza oltre la generazione immediata.
Grazie alla scrittura fu possibile creare archivi, amministrazioni complesse, codici religiosi o giuridici, memorie collettive. Nel mondo sumero, le prime tavolette registravano ciò che veniva scambiato o offerto al tempio.
Dal mondo antico al moderno, questa trasformazione è ciò che distingue in modo fondamentale le società “alfabetizzate” da quelle che restavano esclusivamente orali. È stato anche suggerito che la scrittura abbia modificato la coscienza umana: dalla fluidità dell’orale alla fissità del segno grafico, dalla memoria viva al testo che permane.
Un’eredità viva
Non esiste, quindi, un solo inventore della scrittura, bensì varie culture che, in momenti differenti, hanno compiuto il grande salto dal segno al linguaggio scritto. Il popolo sumero svolge un ruolo pionieristico, ma non esclusivo. Altre civiltà, con motivazioni analoghe — registrare beni, amministrare città, ritualizzare credenze — hanno raggiunto indipendentemente la scrittura.
Questa pluralità di origini ci insegna che la scrittura non è un monolito né un’invenzione isolata, bensì un processo in cui materiali, strumenti, società, economia e ideologia si intrecciavano.
Grazie a quel processo siamo giunti noi, oggi, a digitare queste parole. E riconoscere le origini significa anche riconoscere il valore di ogni cultura che ha contribuito a introdurre il segno scritto nel mondo.

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