Un nuovo studio mostra come un’alimentazione sostenibile riduca il rischio di diabete e le emissioni di gas serra
La dieta non è soltanto una questione di benessere individuale, ma anche un tema che coinvolge la salute collettiva e la sostenibilità ambientale. Lo dimostra uno studio pubblicato di recente su Diabetes Care, condotto su oltre 145.000 persone seguite per quasi tre decenni, che conferma quanto l’alimentazione giochi un ruolo determinante sia nella prevenzione delle malattie croniche sia nella riduzione delle emissioni di gas serra.
Il lavoro prende in esame la cosiddetta “dieta planetaria”, un modello alimentare elaborato dalla commissione EAT-Lancet che pone al centro il consumo di vegetali, frutta, cereali integrali, legumi e noci, limitando in modo drastico l’assunzione di carne rossa e prodotti di origine animale.
La dieta planetaria riduce il rischio di diabete
Secondo i ricercatori, chi aderisce in misura maggiore a questo regime alimentare presenta un rischio inferiore del 24% di sviluppare diabete di tipo 2 rispetto a chi lo segue in misura minore. Una differenza significativa che conferma il legame stretto tra ciò che mangiamo e l’insorgenza di patologie croniche.
Gli alimenti vegetali, ricchi di fibre, antiossidanti e grassi insaturi, migliorano il metabolismo e riducono la resistenza insulinica, ma contribuiscono anche a mantenere un peso corporeo più stabile nel tempo. Il consumo elevato di carni rosse e processate è stato invece associato a un aumento del rischio di diabete, oltre che a malattie cardiovascolari.
Un beneficio anche per il Pianeta
Oltre ai vantaggi per la salute, la dieta planetaria porta con sé un impatto ambientale significativo. Secondo lo studio, chi la segue con costanza riduce del 29% le emissioni di gas serra legate alla produzione e al consumo di cibo. In un’epoca in cui la crisi climatica è sotto gli occhi di tutti, questo dato assume un valore ancora più importante.
Le filiere zootecniche, infatti, sono tra le principali responsabili delle emissioni globali, in particolare per la produzione di metano e per l’uso intensivo di risorse come acqua e suolo. Scegliere un’alimentazione vegetale significa, dunque, compiere un atto concreto di responsabilità verso il Pianeta, oltre che verso se stessi.
Un modello replicabile e realistico
Gli studiosi sottolineano che la dieta planetaria non è una rinuncia, bensì una scelta di equilibrio. Non si tratta di eliminare completamente carne e derivati animali, ma di ridurne drasticamente le quantità, sostituendole con alternative più salutari e sostenibili. L’adesione a questo modello non implica quindi una rigida restrizione, ma piuttosto un cambiamento culturale e abitudinario che può essere graduale e alla portata di tutti.
Un approccio che, se diffuso su larga scala, potrebbe contribuire a ridurre l’incidenza di diabete e altre malattie croniche, abbassare l’impatto ambientale del settore alimentare e promuovere un benessere condiviso, tanto individuale quanto collettivo.
Per chi non può o non riesce a rinunciare alla carne esiste inoltre un’altra valida alternativa che offrirebbe benefici ancor più impattanti: la carne coltivata.

Sono la CEO di Controsenso, Impresa operante nel Digital Marketing, nel giornalismo e nella comunicazione strategica. Dirigo un team di esperti che supporta P.M.I. e privati, aiutandoli a promuovere i propri progetti online e offline.