Il rito quotidiano che unisce tradizione, salute e risparmio
C’è un oggetto semplice, umile, che racconta storie di operosità, cura e buongusto: la schiscetta. Per chi vive o lavora nel Nord Italia, specialmente in Lombardia, questo termine evoca subito immagini precise: un contenitore di cibo portato da casa, da consumare durante la pausa pranzo al lavoro.
Il nome deriva dal dialetto milanese schiscià, che significa “schiacciare”: un riferimento ironico a come, un tempo, il cibo veniva letteralmente compresso in barattoli di latta o alluminio per essere portato in fabbrica o in ufficio. Ma oggi la schiscetta non è più solo un gesto di necessità: è una vera e propria scelta di stile di vita.
La schiscetta come gesto di cura
Portarsi il pranzo da casa è molto più di un’abitudine logistica. È un gesto consapevole, quasi affettuoso, verso se stessi. Preparare la propria schiscetta richiede un pizzico di organizzazione, ma ripaga con interessi in termini di benessere e soddisfazione.
Si sa esattamente cosa si mangia, si può decidere la qualità degli ingredienti, la quantità delle porzioni e si evitano conservanti o eccessi di sale e zuccheri nascosti nei piatti pronti o nei menù da bar.
Benefici economici e salutari
Dal punto di vista economico, i vantaggi sono evidenti: un pranzo portato da casa può costare anche un terzo rispetto a un pasto acquistato fuori. Basta poco: qualche verdura di stagione, una fonte di proteine, magari un cereale integrale, e il gioco è fatto. Inoltre, questo consente una gestione più oculata della spesa settimanale, riducendo gli sprechi alimentari e favorendo l’utilizzo di avanzi in modo creativo.
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Sul piano salutare, la schiscetta rappresenta un’alternativa più equilibrata rispetto ai pasti consumati in fretta e furia con un panino e una bibita zuccherata. Permette di seguire un’alimentazione più bilanciata, ricca di nutrienti e, per chi ha intolleranze o esigenze particolari (come chi segue una dieta vegana o senza glutine), offre il grande vantaggio del controllo totale su ogni ingrediente.
Altri vantaggi spesso dimenticati
Ma c’è di più. Portare la schiscetta da casa contribuisce a ridurre l’impatto ambientale: meno imballaggi usa e getta, meno contenitori di plastica, meno trasporti per il delivery.
Favorisce anche la socialità: la pausa pranzo diventa un momento in cui condividere idee, assaggi e sorrisi con i colleghi, magari scambiandosi ricette e consigli.
Infine, è anche una buona occasione per rallentare: mangiare ciò che si è preparato con le proprie mani restituisce un senso di presenza, di gratitudine, spesso trascurato nella frenesia lavorativa.
In una società veloce all’eccesso, in cui si consuma e si dimentica in fretta, la schiscetta ricorda il valore della semplicità, della cura quotidiana e delle piccole scelte che possono migliorare la vita. Un boccone alla volta.

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