Festival di Yulin: l’OIPA lancia un mailbombing per fermare il massacro di cani e gatti in Cina
Attualità - Lifestyle

Festival di Yulin: l’OIPA lancia un mailbombing per fermare il massacro di cani e gatti in Cina

Tempo di lettura: 3 minuti

Nonostante le promesse, in Cina continua lo sfruttamento e la brutalità verso gli animali domestici: l’OIPA lancia un’azione globale per fermare il massacro del Festival di Yulin

Manca meno di un mese all’apertura del Festival di Yulin, l’evento che ogni anno, nell’omonima città del sud della Cina, segna l’arrivo del solstizio d’estate con uno dei rituali più controversi e cruenti del nostro tempo: l’uccisione e il consumo di centinaia, se non migliaia, di cani e gatti. Per riportare sotto i riflettori internazionali questo dramma che si ripete puntualmente ogni giugno, l’OIPA (Organizzazione Internazionale Protezione Animali) ha lanciato in questi giorni una campagna di mailbombing diretta alle massime autorità cinesi.

I destinatari dell’iniziativa sono tre figure chiave del governo di Pechino: Han Jun, Ministro dell’Agricoltura e degli Affari Rurali; Lei Haichao, Ministro della Commissione Nazionale per la Salute; e Huang Runqiu, Ministro dell’Ecologia e dell’Ambiente.

L’obiettivo è sollecitare interventi concreti e non più rimandabili per porre fine a una “tradizione” che, oltre a essere inaccettabile da un punto di vista etico, rappresenta un serio rischio sanitario e un grave esempio di arretratezza normativa in materia di diritti animali.

Cani rubati, metodi crudeli e leggi inefficaci

Secondo le indagini condotte da varie associazioni animaliste internazionali, gran parte degli animali coinvolti nel Festival di Yulin non sono randagi, ma cani e gatti domestici sottratti alle loro famiglie. Le testimonianze raccontano di metodi di macellazione estremamente violenti: animali bruciati vivi, bolliti, percossi.

Tutto questo accade in un contesto giuridico privo di tutele adeguate: nonostante un timido tentativo del governo cinese nel 2020 di equiparare cani e gatti ad animali da compagnia e vietarne la macellazione, nei fatti poco è cambiato. Soprattutto nelle aree rurali, i controlli sono insufficienti o del tutto assenti, e le norme restano lettera morta.

Una cultura del consumo che ignora la sofferenza

Il problema, come sottolinea l’OIPA, non si limita a Yulin. Il consumo di carne di cane e gatto è ancora diffuso in varie regioni della Cina, in particolare lungo la costa orientale. A ciò si aggiunge la triste realtà dei Wet Market, mercati in cui carne e pesce vengono venduti ancora vivi o macellati sul momento, spesso in condizioni igienico-sanitarie disastrose. È in questi ambienti che si creano le condizioni ideali per la trasmissione di virus e batteri, come purtroppo il Mondo ha imparato con l’emergere di nuove zoonosi.

Leggi gli Articoli sul Veganesimo

Un ulteriore capitolo dell’inferno vissuto dagli animali in Cina riguarda il mercato dell’intrattenimento: sempre più spesso, cuccioli e altri animali vengono ridotti a oggetti per attrarre clienti. L’ultimo caso diventato virale sui social riguarda dei cagnolini di pochi mesi rinchiusi in un distributore automatico, all’interno di un centro commerciale a Shanghai: uno spettacolo degradante che ha indignato il web, ma che è solo la punta dell’iceberg di un malcostume più diffuso di quanto si immagini.

Una mobilitazione globale per chiedere rispetto e civiltà

Con la campagna di mailbombing, l’OIPA invita cittadini da ogni parte del Pianeta a far sentire la propria voce, esortando il governo cinese a introdurre leggi serie e soprattutto ad applicarle. Tramite un semplice form online, è possibile inviare una lettera di protesta direttamente alle autorità competenti, chiedendo la fine del Festival di Yulin e una reale tutela degli animali sul territorio nazionale.

“Non possiamo restare in silenzio di fronte a questo scempio – afferma l’OIPA –. Gli animali non sono risorse da sfruttare né strumenti di intrattenimento: sono esseri senzienti, e come tali meritano rispetto. Solo attraverso una pressione costante e globale possiamo sperare in un cambiamento.”

Un’occasione per scegliere da che parte stare

In un’epoca in cui sempre più persone abbracciano stili di vita etici e compassionevoli, la continuazione di pratiche come quelle di Yulin rappresenta una ferita aperta nella coscienza collettiva. Ma è anche un’occasione: quella di prendere posizione, di scegliere l’empatia, e di contribuire con un gesto concreto a una battaglia di civiltà. Perché il cambiamento passa anche da noi.

Per partecipare alla campagna e inviare la propria lettera di protesta al Governo cinese, basta compilare il form sul sito ufficiale dell’OIPA.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *