Numerosi studi recenti suggeriscono che i gatti domestici siano in grado di percepire gli stati emotivi dei loro proprietari, reagendo a segnali sottili come il tono della voce, le espressioni facciali e i cambiamenti comportamentali
I gatti sono spesso percepiti come animali indipendenti e distaccati, al contrario dei cani, notoriamente empatici e fedeli. Tuttavia, nuove ricerche stanno progressivamente smontando questa visione superficiale, mostrando che i felini sono molto più attenti e sensibili di quanto si possa pensare. In particolare, dalle ricerche emerge l’interrogativo: possono capire davvero quando siamo tristi?
La risposta, secondo la scienza, è più complessa di quanto sembri, ma alcuni studi offrono indizi significativi.
Empatia felina: cosa dice la scienza
Una ricerca pubblicata nel 2020 sulla rivista Animal Cognition ha dimostrato che i gatti domestici sono in grado di distinguere tra alcune espressioni facciali e toni vocali degli esseri umani, reagendo di conseguenza. Lo studio ha coinvolto un gruppo di gatti sottoposti all’ascolto di vocalizzazioni umane con valenza emotiva diversa: rabbia, gioia e tristezza. I risultati hanno evidenziato che i gatti rispondono in modo differente a seconda dello stato d’animo espresso, manifestando segnali di curiosità, allerta o evitamento.
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Parallelamente, una ricerca condotta nel 2021 dalla Nottingham Trent University ha confermato che molti gatti sono in grado di adattare il proprio comportamento in base alle emozioni del proprietario, mostrando maggiore vicinanza, contatto fisico o vocalizzazioni nel momento in cui l’umano appare afflitto o ansioso. Queste reazioni non sono considerate semplici risposte casuali, ma sembrano derivare da una comprensione contestuale, appresa con il tempo grazie alla convivenza quotidiana.
L’importanza del legame affettivo
La capacità di percepire le emozioni umane varia notevolmente da gatto a gatto e dipende in gran parte dalla qualità della relazione instaurata con il proprio proprietario. Uno studio apparso su Scientific Reports ha evidenziato come i gatti che vivono in ambienti stimolanti, affettuosi e prevedibili siano più inclini a interagire attivamente con gli esseri umani e a interpretarne correttamente i segnali emotivi.
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Non si tratta dunque di una caratteristica innata in tutti i gatti, quanto piuttosto di una predisposizione che può svilupparsi attraverso l’interazione quotidiana. I gatti che hanno un attaccamento sicuro ai loro umani mostrano infatti una maggiore reattività emotiva rispetto a quelli cresciuti in ambienti stressanti o privi di attenzioni costanti.
Le differenze con i cani
I dati raccolti finora smentiscono il luogo comune secondo cui i felini sarebbero indifferenti allo stato emotivo umano. Al contrario, si delinea un’immagine più articolata: quella di un animale capace di empatia selettiva, che reagisce in base alla familiarità, all’esperienza e al contesto relazionale.
Le implicazioni di queste scoperte sono rilevanti non solo per comprendere meglio il comportamento di questi esseri, ma anche per migliorare la convivenza uomo-animale. Alcuni ricercatori ipotizzano che, in futuro, una maggiore attenzione alla comunicazione emotiva possa favorire terapie assistite con animali anche in ambito felino, laddove finora sono stati impiegati quasi esclusivamente i cani.

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