In occasione della Giornata Mondiale degli Elefanti, celebrata ogni anno il 12 agosto, il mondo scientifico e le organizzazioni internazionali rilanciano allarmi e dati aggiornati sulla drammatica riduzione delle popolazioni di elefanti nelle aree africane e asiatiche, sottolineando la necessità urgente di interventi concreti per contrastare il bracconaggio, la perdita di habitat e i conflitti uomo-fauna
Ogni 12 agosto si celebra la Giornata Mondiale degli Elefanti, iniziativa istituita ufficialmente nel 2012 per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla crisi gravissima che minaccia questa specie emblematica.
Nel corso dell’ultimo secolo, le popolazioni di elefanti africani sono crollate: da circa 12 milioni stimati all’inizio del Novecento, oggi ne rimangono solo circa 415.000, il che rappresenta una perdita superiore al 90 %. Entrambe le specie africane sono ora classificate nella Lista Rossa IUCN: l’elefante di savana (Loxodonta africana) è indicato “in pericolo” mente l’elefante di foresta (Loxodonta cyclotis) è classificato “in pericolo critico”.
Cosa leggerai nell'articolo:
- Bracconaggio e commercio dell’avorio: un’emergenza pressante
- La scomparsa degli habitat e i conflitti con l’uomo
- Anche gli elefanti asiatici sono a rischio
- Segnali di speranza: la domanda di avorio è in calo
- I progetti di conservazione e le strategie sul campo
- Il ruolo educativo della Giornata Mondiale degli Elefanti
Bracconaggio e commercio dell’avorio: un’emergenza pressante
Il declino è guidato principalmente dal bracconaggio, legato alla domanda mondiale di avorio. Ogni giorno circa 100 elefanti africani vengono uccisi per le loro zanne, con una media di circa 20.000 episodi di bracconaggio all’anno. Negli ultimi decenni la Cina ha provocato un’impennata dei prezzi dell’avorio, triplicati tra il 2010 e il 2014, incentivando ulteriormente il commercio illegale.
La scomparsa degli habitat e i conflitti con l’uomo
L’altro fattore grave è la perdita e la frammentazione dell’habitat. Gran parte dell’habitat storico degli elefanti è stato trasformato per agricoltura, pascoli o infrastrutture. Attualmente questi pachidermi occupano meno del 15‑17% del territorio adeguato disponibile in Africa.
La riduzione spaziale aumenta i conflitti con le comunità umane, sfocianti spesso in morti sia per protezione dei raccolti che per sicurezza.
Anche gli elefanti asiatici sono a rischio
Anche le popolazioni di elefanti asiatici affrontano una situazione critica. Si stima che ne rimangano tra gli 8.000 e gli 11.000 in tutto il continente asiatico, distribuiti in Paesi come l’India, la Cina, il Laos, il Myanmar, la Malesia, la Thailandia, la Cambodia e il Vietnam.
Sono infatti meno numerosi rispetto agli africani e soggetti a pressioni analoghe su habitat e conflitti uomo-elefante. Un esempio emblematico è l’elefante di Sumatra, i cui esemplari selvatici sono ridotti a poche migliaia e classificati “in pericolo critico”.
Segnali di speranza: la domanda di avorio è in calo
Nonostante il quadro tragico, emergono segnali di progressi. Il rapporto del 2024 dell’Ufficio delle Nazioni Unite per il controllo della droga e la criminalità (UNODC) rileva una contrazione del mercato dell’avorio, con prezzi in calo e diminuzione dei sequestri e dei casi di bracconaggio.
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La chiusura di mercati chiave in Cina, Europa e Thailandia ha contribuito al cambiamento della domanda. L’effetto concreto su alcune popolazioni africane resta però incerto, specialmente in aree in cui le bande criminali operano con impunità.
I progetti di conservazione e le strategie sul campo
Diverse organizzazioni internazionali promuovono progetti di conservazione su larga scala. Il WWF e altre Ong sostengono programmi volti a monitorare le mandrie con fototrappole, tagging genetico, rafforzamento delle guardie anti-bracconaggio e strategie per convivere pacificamente con le comunità locali. Tra queste anche programmi come Zero Poaching, iniziative SAFE e approcci integrati quali i “paesaggi viventi” in aree come il Sabah, dove agricoltura sostenibile convive con conservazione animale.
Il ruolo educativo della Giornata Mondiale degli Elefanti
La Giornata Mondiale degli Elefanti rappresenta quindi un momento chiave per aggiornare e diffondere dati oggettivi e scientifici, evidenziando la gravità della situazione attuale e stimolando al contempo l’azione coordinata internazionale. Le statistiche recenti – dalla perdita del 62% della popolazione in un decennio alla perdita di oltre il 90% in un secolo – confermano che siamo in una fase critica. Se non si interviene con urgenza, il rischio d’estinzione diventa reale entro pochi decenni.
Nel contesto della comunità scientifica internazionale, la ricorrenza viene celebrata anche come occasione per rilanciare il valore degli elefanti come “ingegneri dell’ecosistema”, capaci di modellare il paesaggio, disperdere semi e garantire biodiversità: una funzione irrinunciabile per la salute di interi ecosistemi naturali.
Il bilancio delle evidenze recenti è netto: servono politiche efficaci contro il bracconaggio, oltre che azioni a a favore della tutela dell’habitat, della coesistenza responsabile con le comunità locali e del coinvolgimento globale. Solo agendo simultaneamente su più fronti, si può trasformare la Giornata Mondiale degli Elefanti da simbolo di crisi in piattaforma di speranza per il futuro di questi giganti preziosi.

Sono la CEO di Controsenso, Impresa operante nel Digital Marketing, nel giornalismo e nella comunicazione strategica. Dirigo un team di esperti che supporta P.M.I. e privati, aiutandoli a promuovere i propri progetti online e offline.