Ogni anno il 22 settembre richiama l’attenzione sul diritto a muoversi liberamente, respirare aria pulita e ripensare la mobilità urbana liberandosi, almeno per un giorno, dalla dipendenza dall’auto privata
La Giornata Mondiale senza Auto, nata in Europa negli anni Novanta, è oggi un appuntamento che illumina le città di tutto il mondo con un gesto semplice ma potente: sospendere il traffico privato per ventiquattro ore. Nelle strade normalmente congestionate, per un breve periodo, dominano il suono dei passi e quello delle ruote delle biciclette, le voci delle persone che camminano, l’aria appare nuova, meno appesantita. In molte metropoli questo giorno diventa un’esperienza collettiva, un momento di scoperta, un’occasione per sentire la città in modo diverso, più umano e più accessibile.
Cosa leggerai nell'articolo:
Il valore simbolico e pratico della Giornata Mondiale senza Auto
Non si tratta soltanto di fermare le auto: la Giornata richiama alla mente che la mobilità può essere ripensata, che le nostre abitudini contano. Come sottolineano gli organizzatori, rinunciare all’auto anche solo per un giorno significa sperimentare che muoversi a piedi, in bicicletta o con i mezzi pubblici non è una rinuncia ma una possibilità di benessere e socialità.
Ti suggeriamo di leggere: Respirare per vincere, come migliorare la performance ciclistica con una respirazione corretta
La ricorrenza è un laboratorio aperto in cui città e cittadini immaginano soluzioni concrete, ipotecando un futuro più sostenibile, meno vincolato al rumore e al consumo di carburante.
Le sfide delle metropoli
Le grandi città affrontano problemi che spesso sembrano invincibili: livelli elevati di inquinamento, traffico continuo, tempi persi negli spostamenti. In queste aree, la Giornata diventa anche occasione per testare interventi — chiusure temporanee, ampliamento della rete ciclabile, potenziamento del trasporto pubblico — che possano essere poi mantenuti nel tempo.
Ti suggeriamo di leggere: La cultura della bicicletta in Italia, una rivoluzione gentile su due ruote
Ma la transizione non è semplice: richiede scelte infrastrutturali, economiche, e culturali che non sempre trovano consenso immediato, e che spesso si scontrano con l’abitudine, con l’assetto urbanistico e le disparità territoriali.
Un cambiamento culturale necessario
La Giornata Mondiale senza Auto smaschera un fatto spesso ignorato: non basta dichiarare obiettivi verdi, serve cambiare il modo in cui pensiamo la città, il tempo, lo spazio pubblico. Servono un trasporto pubblico davvero efficiente, piste ciclabili protette, politiche che disincentivino l’uso dell’auto nei centri urbani. La sfida è che il segnale simbolico diventi motore di trasformazione permanente, che la mobilità ecologica non resti alternativa ma diventi normale.
Box di approfondimento – Il quadro italiano
In Italia i numeri attuali raccontano un ritratto con luci e ombre. Le iscrizioni di nuove auto nel 2024 sono state circa 1,6 milioni, leggermente in aumento (+0,7%) rispetto al 2023, ma lontane dai picchi del passato. Il parco circolante registra un’età mediana di circa 13 anni, dato che segnala automobili sempre più vecchie in circolazione.
L’Italia detiene uno dei rapporti auto per abitante più alti in Europa: nel 2024 si contano circa 701 automobili ogni 1.000 abitanti, un segnale forte della diffusione capillare dell’auto privata.
Le auto elettriche, nonostante l’attenzione crescente verso la mobilità sostenibile, rimangono una rarità: rappresentano appena lo 0,5% del parco auto nazionale nel 2023. Le regioni del Mezzogiorno mostrano una maggiore presenza di mezzi datati e dunque più inquinanti. La capacità inquinante media delle auto in queste aree è superiore rispetto al Nord e al Centro, in particolare per quanto riguarda NO₂ e particolato.
Sul fronte normativo, il 2025 rappresenta un anno cruciale: entra in vigore lo standard Euro 7 per i veicoli leggeri, che impone limiti più rigorosi non solo per le emissioni allo scarico di NOx, particolato e monossido di carbonio, ma anche per le emissioni non legate al motore, come quelle provenienti da freni e pneumatici. Le nuove regole spingono verso una mobilità meno inquinante, ma richiedono adeguamenti tecnici e un ricambio del parco auto che finora procede lentamente.
I comportamenti dei consumatori mostrano che l’usato continua ad avere un peso molto grande: nel 2024 sono stati registrati oltre 3,15 milioni di trasferimenti di proprietà di auto usate, con un rapporto passaggi netti/prime iscrizioni pari a quasi 2 per ogni 100 vetture nuove, quasi il doppio. Il quadro contribuisce a mantenere in circolazione automobili più datate, con limiti maggiori rispetto alle prestazioni ambientali più recenti.
In Italia, quindi, la Giornata Mondiale senza Auto assume anche il valore di un richiamo: serve accelerare il ricambio del parco auto, incentivare l’elettrico, ampliare le infrastrutture verdi e del trasporto pubblico, ma anche sviluppare normative efficaci e applicate su tutto il territorio. Se questi elementi vengono affrontati insieme, il simbolo della Giornata può diventare motore di cambiamento reale.

Sono la CEO di Controsenso, Impresa operante nel Digital Marketing, nel giornalismo e nella comunicazione strategica. Dirigo un team di esperti che supporta P.M.I. e privati, aiutandoli a promuovere i propri progetti online e offline.