Filosofia e Scienza di fronte alla questione dell’esistenza
È una domanda antica quanto l’umanità: ciò che percepiamo è reale o è solo una costruzione della nostra mente? Le grandi tradizioni filosofiche e le teorie scientifiche moderne sembrano convergere, pur da percorsi differenti, verso un punto impattante: la realtà potrebbe non essere come appare. Ma cosa significa davvero questo?
Per i filosofi dell’antichità, la questione dell’esistenza era centrale. Platone parlava del mondo sensibile come di una copia imperfetta di un mondo delle Idee, eterno e immutabile. Secondo questa visione, ciò che tocchiamo, vediamo e viviamo è solo ombra di una verità più profonda.
Qualche secolo dopo, Cartesio mise tutto in discussione con il suo “Cogito ergo sum”, riducendo ogni certezza all’unica evidenza innegabile del pensiero. E se un demone maligno stesse ingannando i nostri sensi? La realtà, per Cartesio, era da dimostrare, non da dare per scontata.
Ma non è solo la Filosofia a porre simili domande. La Scienza, con i suoi strumenti e le sue osservazioni, ha cominciato a sgretolare l’idea di una realtà solida e oggettiva. La Fisica quantistica, in particolare, ci mette di fronte a fenomeni che sembrano usciti da un sogno. Particelle che esistono solo quando osservate, stati sovrapposti, entanglement che collegano oggetti anche a distanza siderale. E allora, che cosa c’è davvero là fuori, quando nessuno guarda?
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Alcuni scienziati iniziano a parlare apertamente di un universo simulato, di una realtà virtuale governata da informazioni più che da materia. L’ipotesi della simulazione, resa popolare anche dalla cultura pop e da film come Matrix, non è più solo fantascienza: è un tema su cui si discute seriamente in alcune aree della ricerca teorica. Forse siamo parte di un grande esperimento, forse la realtà è solo il riflesso di un codice che non possiamo (ancora) decifrare.
Ma se anche tutto ciò che viviamo fosse un’illusione, allora qual è il senso dell’esperienza? È qui che Filosofia e spiritualità offrono forse le risposte più consolatorie. Se la realtà è illusione, come dicevano i saggi orientali, ciò non la rende meno significativa. Anzi, ci invita a guardare oltre le apparenze e a cercare ciò che permane: la coscienza, l’amore, la connessione tra tutti gli esseri.
Che la realtà sia o meno un’illusione, la vita ci chiama comunque a viverla, a sentirla, a esplorarla. E forse è proprio in questo mistero, in questo dubbio mai del tutto sciolto, che si nasconde la bellezza del nostro esistere. Non serve sapere con certezza se siamo dentro un sogno o in una realtà assoluta: ciò che conta è la consapevolezza con cui attraversiamo questo mondo, qualunque esso sia.

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