Solo il 37% delle case milanesi ha un parco a 5 minuti: allarme per il verde urbano
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Solo il 37% delle case milanesi ha un parco a 5 minuti: allarme per il verde urbano

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Solo il 37% delle case milanesi ha accesso a un parco entro 5 minuti a piedi: uno studio del Politecnico di Milano e Forestami lancia l’allarme sull’ingiustizia verde nella città metropolitana

Nella Città Metropolitana di Milano, solo il 37% delle superfici residenziali ha accesso a uno spazio verde urbano entro 300 metri — la soglia raccomandata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità per garantire il benessere psico-fisico delle persone. A rivelarlo è uno studio pubblicato sulla rivista scientifica Land, a cura del team di ricerca di Forestami, firmato da Maria Chiara Pastore e Claudia Ida Maria Parenti del Dipartimento di Architettura e Studi Urbani (DAStU) e da Corinna Patetta del Dipartimento di Elettronica, Informazione e Bioingegneria (DEIB) del Politecnico di Milano.

Il paradosso ambientale di Milano: tanti alberi, poca accessibilità

Lo studio, che si concentra sull’accessibilità agli spazi verdi urbani (Urban Green Spaces – UGS), prende in esame l’intero territorio della Città Metropolitana di Milano, una delle aree più popolate e densamente urbanizzate d’Europa, con oltre 3,2 milioni di abitanti distribuiti su 133 comuni.

Il dato è tanto più allarmante se si considera che Milano è afflitta da gravi criticità ambientali, come livelli di inquinamento atmosferico fino a quattro volte superiori ai limiti stabiliti dall’OMS e ondate di calore estive sempre più frequenti. In un contesto così complesso, il ruolo degli spazi verdi diventa essenziale per la salute pubblica, la resilienza climatica e l’equità ambientale.

L’obiettivo di Forestami: 50 mq di verde per abitante

L’obiettivo a cui il progetto Forestami aspira è ambizioso quanto necessario: raggiungere almeno 50 metri quadrati di verde per abitante. Secondo quanto emerso dallo studio, le aree urbane centrali risultano le più carenti, mentre le zone periurbane, pur essendo più ricche di verde, spesso non offrono accesso diretto agli spazi naturali, rimanendo quindi poco fruibili per la popolazione residente.

I tre tipi di verde urbano analizzati dallo studio

I ricercatori hanno classificato gli spazi verdi urbani in tre grandi categorie. La prima è costituita da parchi e giardini attrezzati, generalmente presenti nelle aree centrali. La seconda comprende aree boscate, spesso molto estese, ma non sempre facilmente accessibili. Ci sono infine le aree agricole alberate, spazi informali che, sebbene meno densamente vegetati, sono importanti per la quotidianità e la socialità dei cittadini.

Una proposta chiave che emerge dallo studio è quella di integrare la rete verde esistente con percorsi ombreggiati e curati, così da aumentarne l’effettiva fruibilità, soprattutto nei mesi più caldi.

Verde urbano sì, ma accessibile e ombreggiato

Lo studio introduce anche un secondo modello di analisi dell’accessibilità, ancora più rigoroso, che considera solo i percorsi pedonali ombreggiati da alberi. Secondo questo modello, la percentuale di popolazione con accesso al verde entro i fatidici 300 metri si riduce ulteriormente, dimostrando quanto sia cruciale non solo la presenza di aree verdi, ma anche la loro accessibilità reale e sicura.

Forestami punta sulla giustizia ambientale e la salute pubblica

In questo scenario, Forestami prosegue con le attività di piantagione e ampliamento del verde urbano, puntando a potenziare i cosiddetti “servizi ecosistemici”. Tra questi, il miglioramento della qualità dell’aria grazie all’assorbimento degli inquinanti, la mitigazione dell’effetto “isola di calore” che affligge i quartieri più cementificati, l’incremento della biodiversità e la valorizzazione sociale degli spazi naturali. Fondamentale anche l’approccio strategico, che prevede di pianificare le nuove piantagioni in modo mirato, partendo proprio dalle zone più fragili e meno servite, identificate dalle mappe generate dallo studio.

Un progetto scalabile, partecipato e orientato al futuro

Uno dei punti di forza di Forestami è il suo approccio integrato e scalare. Lavorando sia a livello metropolitano sia su scala comunale, il progetto coinvolge amministrazioni e cittadini in un processo partecipativo che trasforma le mappe in veri e propri strumenti operativi per le politiche pubbliche.

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Come ha spiegato Claudia Ida Parenti: “Grazie agli strumenti scientifico-analitici di cui ci dotiamo per la progettazione Forestami, vogliamo essere un esempio di pianificazione urbana sostenibile, orientata alla giustizia ambientale, alla salute pubblica e alla qualità della vita urbana. La distribuzione e l’accessibilità a questi spazi verdi rappresenta al momento una sfida per lo sviluppo sostenibile dei territori e delle città, sia in termini di riduzione delle disuguaglianze, sia nella mitigazione degli effetti dei cambiamenti climatici”.

Spazi verdi e salute: cosa dice la scienza

La scienza, in effetti, parla chiaro. Vivere vicino a spazi verdi aiuta a ridurre la mortalità, migliora l’attività fisica, e abbassa il rischio di malattie cardiovascolari e respiratorie.

Trascorrere almeno 90 minuti a settimana nella natura contribuisce a diminuire la pressione arteriosa e i livelli di cortisolo, aumentando al contempo le difese immunitarie. E non è tutto: gli alberi offrono anche benefici economici, riducendo fino al 15% i costi per raffreddare gli edifici e contribuendo a contrastare l’effetto riscaldante dell’asfalto nei centri urbani, laddove la copertura arborea supera il 40%.

Un futuro più verde è possibile, se lo si rende accessibile

Lo studio, in sintesi, ci consegna una fotografia nitida ma preoccupante: la presenza di verde non basta, serve garantirne l’accessibilità. Serve farlo con intelligenza, coinvolgendo i cittadini e pianificando ogni nuovo albero come parte di un sistema vivo, equo, resiliente. E Forestami sembra intenzionato a farlo, al passo con le migliori pratiche europee e con uno sguardo al futuro delle nostre città.

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