Comprendere le emozioni, prevenire il disagio, contrastare bullismo e cyberbullismo: l’educazione psicologica precoce è la chiave per formare generazioni più sane, consapevoli e resilienti
Far crescere generazioni consapevoli non è un’utopia: è una necessità pubblica. Inserire l’educazione psicologica fin dalla prima elementare — con percorsi adatti all’età, strumenti pratici e formazione per gli insegnanti — significa dare ai bambini e ai ragazzi gli strumenti per comprendere le proprie emozioni, chiedere aiuto, e prevenire già in anticipo forme di sofferenza come il bullismo, il cyberbullismo, l’ansia o la depressione.
Cosa leggerai nell'articolo:
Un’urgenza reale: la salute mentale dei giovani oggi
Negli ultimi anni, i dati internazionali confermano ciò che molti insegnanti e genitori percepiscono quotidianamente: un numero crescente di bambini e adolescenti vive forme di disagio emotivo che spesso non emergono in tempo. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, a livello globale 1 giovane su 7 tra i 10 e i 19 anni convive con un disturbo mentale, con ansia, depressione e disturbi del comportamento tra le principali cause di sofferenza in questa fascia d’età.
L’adolescenza è un periodo naturalmente delicato, in cui corpo e identità cambiano rapidamente. Ma quando il contesto scolastico o familiare non offre strumenti per comprendere e gestire ciò che accade interiormente, queste fragilità possono trasformarsi in malessere strutturato.
Bullismo e cyberbullismo: un fenomeno sempre più pervasivo
Il più recente rapporto ISTAT rivela che nel 2023 quasi il 69% dei ragazzi tra gli 11 e i 19 anni ha subito almeno un episodio di bullismo o cyberbullismo nell’ultimo anno, mentre circa il 21% ha vissuto episodi ripetuti. Le ricerche mostrano che questi eventi non sono semplici “conflitti tra coetanei”: hanno impatti rilevanti sullo sviluppo emotivo, favoriscono ansia, insonnia, ritiro sociale, dipendenze digitali, disturbi depressivi.
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Un ampio studio internazionale su oltre 95.000 studenti ha confermato che le vittime di bullismo hanno una probabilità significativamente maggiore di sviluppare difficoltà psicologiche persistenti. Il dato indica che la prevenzione, per essere davvero efficace, deve iniziare molto prima della comparsa dei sintomi.
Perché insegnare Psicologia fin dalla primaria?
Introdurre l’educazione psicologica sin dalla prima elementare non significa “fare terapia a scuola”, ma dotare bambine e bambini degli strumenti fondamentali per comprendere ciò che provano e comunicare in modo sano.
Fin dalla tenera età si può lavorare sul riconoscimento delle emozioni, sulla gestione dei conflitti e sull’empatia attraverso giochi, storie, attività artistiche e momenti guidati di consapevolezza. Durante la preadolescenza e l’adolescenza, invece, questi percorsi possono evolvere verso riflessioni più strutturate, alfabetizzazione digitale, prevenzione del rischio online e capacità di auto-analisi.
L’obiettivo è normalizzare il dialogo sulla salute mentale, ridurre lo stigma, facilitare la richiesta di aiuto e creare comunità educative più sensibili e sicure.
La scuola come prima linea di prevenzione
Le istituzioni scolastiche sono il luogo dove bambini e adolescenti trascorrono gran parte del loro tempo. La scuola rappresenta quindi il contesto ideale per intercettare il disagio prima che evolva, offrire supporto in modo tempestivo e promuovere un clima affettivo ed emotivo sano.
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Integrare l’educazione psicologica nel curriculum significa anche formare gli insegnanti, collaborare con professionisti del settore e stabilire legami solidi con i servizi territoriali. Nei contesti in cui queste sinergie sono state attivate, i benefici sono stati evidenti: meno episodi di violenza tra pari, maggiore benessere, miglior rendimento scolastico, relazioni più armoniose.
Investire nella mente per costruire un futuro più equilibrato
Introdurre la Psicologia nelle scuole non è un esperimento pedagogico: è un investimento necessario per il benessere collettivo. Se vogliamo formare generazioni in grado di navigare un mondo complesso, digitale e spesso instabile, dobbiamo offrire loro strumenti emotivi e cognitivi adeguati.
Educare precocemente la psiche significa ridurre la solitudine interiore, prevenire il disagio, normalizzare la vulnerabilità e costruire una cultura del rispetto, verso sé stessi e verso gli altri.
Prendersi cura della salute mentale dei più giovani significa prendersi cura del futuro stesso della società.
Ecco un box di approfondimento chiaro, autorevole e adatto a Controsenso Magazine. Puoi inserirlo a fine articolo o a metà pagina per rafforzare la tesi.
Box di approfondimento – L’educazione psicologica in pratica
Diversi Paesi hanno già introdotto programmi strutturati di educazione psicologica e socio-emotiva, ottenendo risultati misurabili sul benessere degli studenti e sulla riduzione dei fenomeni di violenza tra pari. Questi esempi mostrano come l’integrazione della psicologia nei curricoli scolastici non sia solo auspicabile, ma efficace nella concretezza.
Finlandia – “Social Emotional Learning” come pilastro educativo
La Finlandia ha introdotto da anni la formazione socio-emotiva nelle scuole primarie. Ogni settimana i bambini partecipano a momenti di riconoscimento emotivo, ascolto attivo e gestione dei conflitti. Il risultato è una delle più basse percentuali di bullismo in Europa, con un impatto positivo anche su rendimento scolastico e motivazione allo studio.
Canada – Programmi di educazione alla resilienza a partire dai 6 anni
Nelle province canadesi dell’Ontario e della British Columbia le scuole adottano modelli di “resilience education”, che insegnano ai bambini a gestire lo stress, comprendere le emozioni e sviluppare pensiero critico. Studi governativi evidenziano una riduzione significativa dei comportamenti aggressivi e un miglioramento degli indicatori di salute mentale già dalla scuola primaria.
Regno Unito – Educazione al benessere obbligatoria
Dal 2020 il Regno Unito ha reso obbligatorie nelle scuole primarie e secondarie le “Wellbeing Lessons”, lezioni settimanali dedicate a emozioni, relazioni, cyberbullismo e salute mentale. Le scuole che applicano il programma hanno registrato un calo degli episodi di bullismo e un incremento delle richieste di aiuto in fase precoce, segno che lo stigma sta diminuendo.
Australia – Il modello “KidsMatter” (diventato “Be You”)
Il programma nazionale australiano, introdotto fin dalla primaria, integra Psicologia, prevenzione del disagio e formazione specifica per gli insegnanti. Secondo le valutazioni indipendenti, gli istituti che lo applicano a pieno regime riportano una diminuzione dei problemi comportamentali e un miglioramento significativo delle relazioni tra pari.
Singapore – Educazione emotiva come competenza chiave
Nel sistema scolastico di Singapore l’educazione socio-emotiva è considerata una “core skill” al pari di materie come Matematica e Scienze. Gli studenti imparano a identificare le emozioni, regolare la frustrazione, risolvere i conflitti e affrontare la pressione scolastica. Gli effetti si vedono in una società con bassi livelli di violenza giovanile e forte coesione sociale.
Fonti e letture consigliate
- Van der Hart, S. Boon e K. Steele – La dissociazione traumatica. Comprenderla e affrontarla (Mimesis)
- WHO — Adolescent mental health (fact sheet).
- UNICEF — dati e linee guida sul bullismo e cyberbullismo.
- ISTAT — Bullismo e cyberbullismo nei rapporti tra i ragazzi (dati aggiornati al 2023).
- NCBI/NIH — Adolescent Mental and Behavioral Health (2023 overview).
- OECD — Promoting good mental health in children and young adults (report with best practices).
- Financial Times / BrainWaves study reporting — correlazione tra uso social e aumento ansia/depressione tra adolescenti.

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