Riciclo della carta: perché è importante per il risparmio idrico
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Riciclo della carta: perché è importante per il risparmio idrico e come può salvare milioni di litri d’acqua

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Ridurre l’impronta idrica attraverso una gestione circolare del rifiuto cartaceo

Il riciclo della carta sortisce importanti effetti positivi sull’ambiente: salva gli alberi, riduce le emissioni di anidride carbonica, contiene i consumi energetici. Un aspetto meno conosciuto ma altrettanto cruciale riguarda il risparmio idrico.

In un’epoca in cui la carenza d’acqua rappresenta una delle sfide ambientali più urgenti, comprendere il legame tra carta e risorse idriche è fondamentale per orientare le nostre scelte quotidiane e le politiche industriali verso modelli più sostenibili.

L’impronta idrica della carta: quanto consuma produrre carta nuova

La carta è un materiale ad altissima intensità idrica. Dal momento in cui un albero viene tagliato fino alla trasformazione in fogli bianchi pronti per la stampa, l’acqua è presente in quasi tutte le fasi produttive: nella coltivazione degli alberi, nei processi di macerazione, nei lavaggi chimici, nello sbiancamento e infine nell’asciugatura.

Uno studio del Water Footprint Network stima che l’impronta idrica globale della carta possa variare da 300 a 2.600 metri cubi per tonnellata, a seconda del tipo di prodotto e del contesto produttivo. Ciò significa che ogni foglio A4 può determinare un consumo d’acqua compreso tra 2 e 13 litri, un dato impressionante se si considera l’apparente semplicità del materiale che utilizziamo ogni giorno.

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Non tutta l’acqua impiegata viene effettivamente “consumata”, poiché gran parte viene restituita all’ambiente dopo i processi di trattamento. In Europa, le cartiere più moderne riescono a restituire fino al 90% dell’acqua prelevata, spesso dopo un accurato riciclo interno. Ogni prelievo idrico comporta comunque costi energetici, impatti sugli ecosistemi e alterazioni del ciclo naturale delle acque. È per questo che ridurre a monte l’uso complessivo d’acqua, intervenendo sul lato del riutilizzo e del riciclo, rappresenta una strategia semplice quanto potente.

Quanta acqua si può risparmiare con il riciclo della carta

Il riciclo della carta permette di tagliare drasticamente i consumi idrici perché molte delle fasi più “assetate” della produzione vengono eliminate. Non c’è bisogno, ad esempio, di macerare legno grezzo o di effettuare lunghi lavaggi chimici per ottenere la cellulosa. Secondo l’Agenzia statunitense per la protezione ambientale (EPA), il riciclo di una sola tonnellata di carta consente di risparmiare circa 26.500 litri d’acqua. L’Environmental Paper Network conferma dati analoghi, sottolineando che il risparmio equivale a centinaia di docce domestiche o al fabbisogno settimanale di acqua potabile di decine di persone.

Le cifre variano in base alle tecnologie adottate, ma la tendenza è chiara: produrre carta riciclata richiede in media quasi la metà dell’acqua necessaria per la carta da fibre vergini. Alcuni studi più recenti, pubblicati su ResearchGate, indicano che le nuove tecnologie di riciclo ad alta efficienza possono ridurre i consumi idrici fino al 90% rispetto ai processi tradizionali. Inoltre, secondo il rapporto europeo Water Consumption in Paper Industry, le cartiere moderne impiegano tra i 10 e i 50 metri cubi di acqua per tonnellata di carta prodotta, con valori più bassi per i materiali riciclati e non sbiancati.

In sintesi, il riciclo non elimina completamente l’uso dell’acqua, ma consente di ridurlo in modo sostanziale, liberando risorse preziose che potrebbero essere destinate ad altri settori, come l’agricoltura o l’approvvigionamento potabile.

Scala del risparmio: potenziale globale e impatto in Italia

A livello globale, un incremento del riciclo della carta potrebbe ridurre del 40% l’impronta idrica complessiva del settore. Considerando i volumi di carta prodotti ogni anno, si tratterebbe di milioni di metri cubi d’acqua risparmiati, un contributo enorme in un contesto di crescente stress idrico mondiale.

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In Europa e in Italia, la carta e il cartone rappresentano una delle frazioni più riciclate dei rifiuti urbani. Grazie ai progressi della raccolta differenziata e alle direttive europee sull’economia circolare, il nostro Paese ha già raggiunto risultati notevoli, ma c’è ancora spazio per migliorare. Se l’Italia riuscisse a incrementare ulteriormente la percentuale di carta recuperata e a migliorare la qualità del riciclo, il risparmio idrico potenziale sarebbe significativo, soprattutto nelle regioni meridionali dove le risorse idriche sono scarse.

Il riciclo della carta, quindi, non è solo un modo per ridurre l’impatto sui boschi o sulle discariche: è anche un atto concreto per proteggere le riserve idriche nazionali.

Limiti e condizioni per un riciclo efficace

Affinché il riciclo della carta produca reali benefici ambientali, è necessario che il processo sia efficiente e che la carta conferita sia di buona qualità. La raccolta differenziata, infatti, non basta se il materiale è contaminato da plastica, colle o inchiostri non separabili. In questi casi, i processi di lavaggio diventano più lunghi e complessi, aumentando il consumo d’acqua e riducendo la resa del riciclo.

Anche la distanza tra i punti di raccolta e gli impianti di trattamento incide sull’impatto complessivo, così come l’uso di tecnologie obsolete nelle cartiere. Gli impianti più moderni, invece, adottano sistemi a circuito chiuso che consentono di riutilizzare l’acqua più volte all’interno dello stesso processo produttivo. Allo stesso tempo, la scelta di carte non sbiancate o prodotte senza cloro riduce ulteriormente l’impatto idrico e chimico.

È anche importante distinguere tra “prelievo” e “consumo” idrico. Non tutta l’acqua prelevata viene persa: una parte significativa ritorna nei fiumi o nelle falde, ma ciò non elimina gli impatti legati alla sua captazione, al trattamento e al rilascio. L’obiettivo, quindi, non è solo restituire acqua pulita, ma anche prelevarne meno possibile.

Strategie per massimizzare il risparmio idrico

Perché il riciclo della carta possa contribuire realmente alla tutela dell’acqua, è necessario un approccio integrato che coinvolga sia le istituzioni sia i cittadini. Le politiche pubbliche dovrebbero fissare obiettivi di riciclo sempre più ambiziosi e incentivare l’adozione di tecnologie industriali efficienti dal punto di vista idrico. Allo stesso tempo, le aziende cartarie dovrebbero essere spinte ad adottare standard ambientali più severi e a comunicare in modo trasparente l’impronta idrica dei propri prodotti.

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Ma anche il comportamento individuale gioca un ruolo fondamentale. Diminuire il consumo di carta superflua, scegliere prodotti riciclati certificati, evitare la contaminazione dei materiali nella raccolta differenziata e promuovere pratiche di economia circolare nelle scuole e nelle comunità locali sono gesti che, sommati, possono produrre un effetto tangibile.
Nel frattempo, la ricerca scientifica continua a offrire nuove soluzioni. Gli studi più recenti esplorano sistemi di riciclo “a secco” o con uso ridotto di acqua, capaci di abbattere drasticamente i consumi e di rendere il processo ancora più sostenibile.

Il riciclo della carta non è soltanto un atto di responsabilità ecologica, ma un contributo concreto alla tutela di una delle risorse più preziose del Pianeta. Ogni tonnellata di carta riciclata può salvare decine di migliaia di litri d’acqua, ridurre l’impatto energetico e contenere l’inquinamento delle acque superficiali.

Riciclare, dunque, non significa solo ridurre i rifiuti, ma si tramuta in un atto di amore verso la Terra.

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