Lo spreco alimentare domestico è un problema globale con impatti ambientali ed economici rilevanti. Adottare abitudini consapevoli può ridurre significativamente le perdite, contribuendo a un futuro più sostenibile
Ogni anno, a livello globale, circa un miliardo di tonnellate di cibo viene sprecato, con il 60% di questo fenomeno che avviene a livello domestico. In Italia, secondo i dati più recenti, ogni persona getta in media 618 grammi di cibo a settimana, pari a oltre 32 chili annui, per un valore economico di circa 8,2 miliardi di euro solo nelle case.
Questi numeri, estratti dal Rapporto Il caso Italia 2025 dell’Osservatorio Waste Watcher International, evidenziano l’urgenza di agire. Adottare abitudini consapevoli nella gestione del cibo può non solo ridurre l’impatto ambientale, ma anche generare risparmi economici e promuovere un consumo più etico. Di seguito, alcune pratiche efficaci per minimizzare lo spreco alimentare domestico.
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Pianificare i pasti e la spesa
La pianificazione è una delle strategie più efficaci per ridurre lo spreco. Creare un menu settimanale e compilare una lista della spesa mirata consente di acquistare solo ciò che serve, evitando acquisti impulsivi. Secondo il Food Waste Index Report 2024 dell’UNEP, la mancanza di pianificazione è una delle principali cause di spreco domestico, con il 70% dei consumatori che ammette di comprare più del necessario. Verificare le scorte in dispensa e frigorifero prima di fare la spesa aiuta a evitare doppioni e a utilizzare ingredienti già disponibili, stimolando anche la creatività in cucina.
Conservare correttamente gli alimenti
Una conservazione adeguata prolunga la shelf life degli alimenti, riducendo le probabilità di spreco. Organizzare il frigorifero in base alle temperature dei diversi scomparti (ad esempio, latticini in alto, verdure nei cassetti) e utilizzare contenitori ermetici per gli avanzi sono pratiche consigliate.
Il WWF Italia, in un rapporto del 2025, sottolinea che una gestione errata del frigorifero contribuisce allo spreco di frutta e verdura, tra gli alimenti più gettati. Congelare il cibo in eccesso, porzionandolo per un uso futuro, è un ulteriore accorgimento per preservarne la freschezza.
Comprendere le etichette di scadenza
La confusione tra “da consumarsi entro” e “da consumarsi preferibilmente entro” porta a scartare cibo ancora commestibile. Il Rapporto Il caso Italia 2025 evidenzia che il 48% degli italiani considera i prodotti oltre la data di TMC (termine minimo di conservazione) come non sicuri, nonostante siano spesso ancora edibili.
Controllare odore, aspetto e sapore degli alimenti prima di gettarli è una pratica raccomandata. Campagne educative, come quelle promosse dalla campagna Spreco Zero, stanno lavorando per chiarire queste differenze e ridurre gli sprechi evitabili.
Riutilizzare gli avanzi in cucina
Gli avanzi rappresentano una risorsa preziosa. Pane raffermo, verdure leggermente appassite o resti di piatti possono essere trasformati in nuove ricette, come zuppe, frittate o crocchette. Secondo Waste Watcher International, frutta fresca e pane sono tra gli alimenti più sprecati in Italia, con rispettivamente 25,4 e 20,1 grammi gettati a settimana pro capite. Adottare l’abitudine di “cucina di recupero” riduce lo spreco, ma incoraggia un approccio creativo e sostenibile, in linea con i principi della dieta mediterranea.
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Compostare i rifiuti organici
Quando il cibo non è più consumabile, il compostaggio domestico offre un’alternativa allo smaltimento in discarica. Trasformare scarti organici in fertilizzante per orti o giardini contribuisce a un’economia circolare. La Regione Piemonte, nel suo Piano della Prevenzione 2024, promuove il compostaggio come pratica per ridurre l’impatto ambientale degli sprechi.
A livello globale, l’UNEP stima che i rifiuti alimentari generino fino al 10% delle emissioni di gas serra: il compostaggio aiuta a mitigare questo problema, valorizzando ciò che non può essere consumato

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