Manuale per la buona raccolta dei rifiuti tessili urbani
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Rifiuti tessili, la svolta italiana: nasce il manuale per la buona raccolta

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Unirau e Ariu presentano il manuale “per la buona raccolta” a Ecomondo, tracciando una strada concreta per rendere  la filiera dei rifiuti tessili urbani efficiente e circolare

All’edizione recente di Ecomondo, fiera italiana di riferimento per l’economia circolare, Unirau (Unione Imprese Raccolta Riuso Riciclo Abbigliamento Usato) e Ariu (Associazione Recuperatori Indumenti Usati) hanno presentato un documento strategico: il Manuale per la buona raccolta dei rifiuti tessili urbani. Il testo sintetizza l’esperienza decennale delle loro associate nel gestire la raccolta, la selezione, il riuso e il riciclo degli abiti usati, offrendo linee guida chiare per le stazioni appaltanti, i consorzi e i produttori EPR (responsabilità estesa del produttore), che ora devono conformarsi all’obbligo di raccolta tessile, introdotto come vincolo normativo.

Il manuale fornisce un quadro normativo aggiornato, definisce con precisione termini chiave, descrive le caratteristiche ottimali dei contenitori – dai cassonetti stradali agli spazi di stoccaggio – e spiega come organizzare la raccolta, il trasporto e il successivo trattamento. La parte conclusiva è dedicata al percorso post-raccolta: cosa accade ai capi tessili quando entrano nelle piattaforme di selezione e come si avvia il riuso o il riciclo.

Andrea Fluttero, presidente di Unirau, ha sottolineato che la ricchezza di competenze accumulate negli anni – anche quando la raccolta non era obbligatoria – diventa oggi un patrimonio condiviso per costruire una filiera tessile realmente circolare. Dal canto suo, Joseph Valletti, presidente di Ariu, ha evidenziato quanto la qualità della raccolta sia cruciale: un conferimento accurato da parte dei cittadini è essenziale per mantenere il valore dei capi destinati al riuso e garantire che non vengano danneggiati.

Il contesto italiano: numeri che richiamano l’urgenza

Il lancio del manuale arriva in un momento delicato per la gestione dei rifiuti tessili in Italia. Secondo dati recenti, la raccolta differenziata dei rifiuti tessili si attesta intorno al 19 % del totale nazionale, un dato inferiore alla media europea che si aggira attorno al 22 %. Solo nel 2023, sempre secondo dati ISPRA citati da fonti di settore, la raccolta è aumentata del 7%, raggiungendo circa 172 mila tonnellate.

Rifiuti spaziali: una minaccia per il futuro dell’esplorazione 

Sul fronte pro capite, la situazione è altrettanto critica. In Italia ogni cittadino raccoglie in media 2,7 kg di rifiuti tessili all’anno, a fronte di un mercato che ne immette circa 23 kg pro capite. Solo una piccola frazione di questi scarti entra in canali virtuosi di riuso o riciclo, e ciò pesa sul piano ambientale ed economico.

L’importanza ambientale di una gestione corretta dei rifiuti tessili

Gestire correttamente i rifiuti tessili non è solo una questione di efficienza operativa: è una priorità ambientale. Il settore tessile è infatti tra i più impattanti, responsabile di un’enorme pressione sulle risorse naturali: utilizza grandi quantità di acqua e materie prime, e genera emissioni significative di gas serra.

Quando i capi non vengono raccolti e finiscano in discarica o negli inceneritori – come accade in molti casi – si perdono non solo valori economici ma anche opportunità di ridurre l’impronta ecologica. In Italia l’81 % dei rifiuti tessili finisce in discarica o a recupero energetico.

Una raccolta ben organizzata e una selezione accurata permettono di massimizzare il riuso: secondo Unirau e Ariu, circa il 60 % dei capi raccolti può essere reimmesso direttamente in cicli “second hand”, mentre un ulteriore 30 % può essere riciclato in fibre, imbottiture o materiali fonoassorbenti. Questa buona prassi evita sprechi e riduce la domanda di materie vergini, contribuendo a un’economia realmente circolare.

Una buona gestione del fine vita tessile ha anche ricadute sociali: la valorizzazione degli indumenti usati alimenta un’economia del riuso che coinvolge cooperative, aziende sociali e operatori di filiera, generando occupazione e coesione.

Verso un futuro circolare: il ruolo del manuale di Unirau e Ariu

Il manuale presentato da Unirau e Ariu ha il potenziale per diventare una pietra miliare nella transizione della filiera tessile italiana verso modelli più sostenibili. Non è solo una guida tecnica: è uno strumento strategico per armonizzare gli sforzi tra istituzioni, comuni, consorzi e produttori, e per costruire una infrastruttura solida di raccolta differenziata.

Che cosa si intende per Strategia Rifiuti Zero? 

La sua efficacia dipenderà però anche dalla sensibilizzazione dei cittadini: comprendere l’importanza di conferire in modo corretto, rispettando le indicazioni sui contenitori e sui tempi del ritiro, è fondamentale. Allo stesso tempo, è necessario che le istituzioni e gli attori della filiera continuino a investire in logistica, impianti di selezione e riciclo, così da tradurre la teoria del manuale in risultati concreti di economia circolare.

Se ben implementato, questo approccio integrato può ridurre significativamente l’impatto ambientale del tessile, recuperare valore economico e rafforzare una filiera green che fa bene al Pianeta, ma anche alla coesione sociale.

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