Dissociazione digitale
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Quando lo smartphone dissocia dal qui e ora: l’uso compulsivo può allontanarci da noi stessi

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In un contesto sociale dominato dagli schermi, lo smartphone promette connessione ma spesso ci allontana dalla realtà interiore. Un viaggio nelle conseguenze psicologiche dell’uso compulsivo del cellulare, con particolare attenzione agli effetti dissociativi

La tecnologia ha migliorato molti aspetti della nostra vita, ma l’uso eccessivo e inconsapevole dello smartphone sta rivelando risvolti oscuri. Sempre più persone riportano sintomi di disconnessione da se stesse, da ciò che sentono, e da ciò che vivono. Questo fenomeno, in termini psicologici, ha un nome preciso: dissociazione.

Cos’è la dissociazione?

La dissociazione è uno stato psicologico in cui la persona sperimenta un senso di distacco dalla propria identità, dai propri pensieri, emozioni o percezioni corporee. In termini semplici, si tratta di “non essere più presenti in se stessi”.

Sebbene possa trattarsi di una difesa naturale di fronte a traumi o stress intensi, in alcuni casi diventa una condizione cronica che ostacola la piena realizzazione personale.

Lo smartphone come veicolo di dissociazione

Molti usano lo smartphone non solo per comunicare, ma per evitare. Evitare la noia, la solitudine, l’ansia, il silenzio interiore. Con un semplice tocco, si accede a una realtà alternativa che anestetizza la coscienza. Questo meccanismo, apparentemente innocuo, può diventare un’abitudine tossica, producendo diversi effetti collaterali.

Sovraccarico sensoriale

Notifiche continue, messaggi, video, social: tutto questo stimola in modo caotico la nostra attenzione, portando a un sovraccarico del sistema nervoso.

Il cervello, per proteggersi, può iniziare a “disconnettersi”. Ne derivano sintomi come stanchezza mentale, apatia e perdita di senso del tempo.

Alienazione emotiva

Quando lo smartphone è usato per evitare di sentire, si crea un vuoto. Le emozioni vengono represse, ma non elaborate. Nel tempo, si può arrivare a non riconoscerle più. Questa perdita di contatto con il proprio mondo interiore è uno dei sintomi più evidenti della dissociazione.

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Frammentazione dell’identità

Il confronto continuo con vite digitali perfette crea una frattura tra chi siamo e chi pensiamo di dover essere. La nostra identità si indebolisce e, in assenza di radici emotive solide, rischiamo di assumere maschere e ruoli che non ci appartengono.

Come contrastare la dissociazione digitale

Alcune semplici accortezze aiutano a contrastare la dissociazione digitale. Quali?

  • Disintossicazione consapevole. Dedicare momenti della giornata in cui il telefono resta spento. Iniziare con 30 minuti al giorno e aumentare gradualmente.
  • Attività analogiche. Scrivere a mano, leggere libri cartacei, ascoltare musica senza distrazioni.
  • Contatto con la natura. Camminare in spazi verdi, osservare il cielo, toccare la terra.
  • Relazioni autentiche. Riscoprire la profondità dei legami reali, guardando le persone negli occhi e ascoltandole davvero.
  • Pratiche di centratura. Tra le più efficaci la mindfulness, la respirazione consapevole, lo yoga.

Lo smartphone è uno strumento utile se ben utilizzato, non un rifugio. Può connettere o isolare, illuminare o annebbiarci. La scelta è nelle nostre mani. Recuperare la presenza a noi stessi è il primo passo per guarire dalla frammentazione interiore e ritrovare il contatto con la nostra vera essenza.

Spegnere il telefono, a volte, può voler dire accendere la coscienza.

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