Proteggere l’auto connessa
Attualità - Lifestyle

Sicurezza, cybersecurity e componenti smart: proteggere l’auto connessa

Tempo di lettura: 3 minuti

Le vetture intelligenti trasformano l’esperienza di guida, ma aprono anche nuove porte ai rischi informatici. Una sfida cruciale per produttori, istituzioni e automobilisti, chiamati a proteggere un sistema delicato in cui hardware, software e dati personali convivono in rete

Le auto moderne non sono più soltanto mezzi di trasporto: sono veri e propri dispositivi tecnologici capaci di comunicare con altri veicoli, con le infrastrutture stradali e con i gestori dei servizi digitali. Dalle centraline elettroniche all’infotainment, dagli ADAS ai sistemi di navigazione evoluta, ogni componente è coordinato da software collegati alla rete.

Questa trasformazione rende la vettura un’estensione del nostro smartphone e della nostra identità digitale, portando nel mondo dell’automotive gli stessi rischi che affrontiamo online, ma con implicazioni ben più critiche, poiché riguardano la sicurezza fisica delle persone.

Vulnerabilità invisibili che viaggiano su quattro ruote

A differenza del passato, quando la manutenzione riguardava essenzialmente aspetti meccanici, oggi un attacco informatico può compromettere il funzionamento di un’auto in movimento, modificare impostazioni, disattivare sensori o intercettare i dati dell’utente. Anche sistemi apparentemente innocui, come un’App per aprire le portiere o monitorare i consumi, possono diventare vie d’accesso per hacker esperti.

Il ruolo dell’IoT nella prevenzione dei sinistri: verso un’assicurazione sempre più smart

Alcuni studi accademici hanno mostrato come sia possibile controllare funzioni di guida sfruttando vulnerabilità dei software di bordo, dimostrando che la cybersecurity è ormai un componente essenziale quanto cinture, airbag o ABS.

La protezione dei dati come fattore di sicurezza stradale

Ogni auto intelligente raccoglie una quantità crescente di dati sensibili: percorsi, abitudini di guida, posizione, contatti collegati alle app, persino registrazioni vocali. La tutela di queste informazioni non riguarda soltanto la privacy, perché dati non protetti possono essere utilizzati per violare l’integrità del veicolo o tracciare e prevedere gli spostamenti degli utenti.

Garantire la sicurezza informatica significa quindi proteggere non solo un dispositivo connesso, ma la libertà personale e la sicurezza di chi si trova alla guida.

Il ruolo dell’industria e della normativa internazionale

Le case automobilistiche stanno introducendo aggiornamenti OTA, crittografia avanzata e test di penetrazione sui sistemi elettronici, ma la sfida richiede uno sforzo coordinato. Organizzazioni come l’UNECE hanno introdotto regolamenti specifici che obbligano i produttori a includere misure di sicurezza informatica fin dalla progettazione dei veicoli, mentre enti come l’ENISA collaborano per definire linee guida europee.

L’approccio “security by design”, ovvero la sicurezza integrata già nella fase di sviluppo, rappresenta la strada necessaria per affrontare minacce in continua evoluzione.

Nuove figure professionali per una mobilità sicura e intelligente

La trasformazione digitale dell’automotive non riguarda soltanto ingegneri meccanici e progettisti elettronici, ma richiede specialisti capaci di difendere i sistemi connessi da minacce informatiche sempre più sofisticate. Nelle case automobilistiche, così come nelle aziende di componentistica e nelle società di sviluppo software, stanno emergendo ruoli come il cybersecurity engineer dedicato ai veicoli intelligenti, il data protection specialist incaricato di garantire la conformità normativa nella gestione dei dati sensibili e l’analista di sicurezza per i sistemi embedded che monitora le possibili vulnerabilità dei microcontrollori integrati.

Veicoli connessi: quali componenti determinano il valore delle smart car? 

Accanto a queste figure si afferma anche il penetration tester automotive, professionista che simula attacchi reali sui dispositivi di bordo per scoprire falle prima che vengano sfruttate da cybercriminali.

L’interazione tra competenze informatiche, ingegneristiche e legali crea un nuovo ecosistema professionale, essenziale per costruire un futuro in cui l’innovazione tecnologica non sacrifichi la sicurezza delle persone, ma la rafforzi.

Una nuova consapevolezza per il guidatore digitale

L’automobilista non è più solo responsabile della guida, ma anche della gestione del proprio mezzo come dispositivo connesso. Aggiornare software, prestare attenzione all’uso di App esterne, proteggere gli account collegati e informarsi sulla sicurezza delle tecnologie di bordo diventa parte dell’educazione stradale contemporanea.

La mobilità del futuro richiede un equilibrio tra comodità e consapevolezza, perché le funzioni smart devono servire il benessere delle persone senza minare la loro sicurezza. Un obiettivo che diventa possibile grazie all’integrazione tra tecnologia, competenze professionali e cultura digitale, elementi fondamentali per una mobilità evoluta e davvero protetta.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *