La migrazione che segna l’inizio della storia islamica e la nascita della comunità dei credenti
Il termine Egira, dall’arabo Hijra, indica letteralmente l’atto di “emigrare” o “lasciare un luogo”. Nel contesto storico e religioso dell’Islam, esso fa riferimento alla partenza del Profeta Maometto e dei suoi primi seguaci dalla città della Mecca verso Yathrib, poi rinominata Medina, nel 622 d.C.
Questo evento non fu soltanto uno spostamento geografico, ma rappresentò un cambiamento radicale per la comunità islamica nascente. La migrazione fu infatti il momento in cui i musulmani passarono da una condizione di minoranza perseguitata a una realtà sociale e politica organizzata, con solide basi spirituali e istituzionali.
Cosa leggerai nell'articolo:
Le cause della migrazione
Alla Mecca, Maometto e i suoi seguaci incontrarono forti opposizioni da parte delle élite locali, che vedevano nella sua predicazione monoteista una minaccia sia religiosa sia economica.
Le persecuzioni e l’isolamento sociale spinsero quindi il Profeta ad accogliere l’invito delle tribù di Yathrib, che avevano bisogno di un mediatore capace di risolvere i conflitti interni.
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In questa nuova città, Maometto poté esercitare non solo il suo ruolo spirituale, ma anche quello politico e giuridico, diventando guida della comunità in senso ampio.
L’anno dell’Egira e il calendario islamico
L’Egira assunse una tale importanza da segnare l’inizio del calendario islamico. Il 622 d.C. fu scelto come anno zero della cronologia musulmana, non per l’inizio della rivelazione coranica, avvenuta alcuni anni prima, ma perché la migrazione rappresentava il momento fondativo della nuova comunità.
Il calendario islamico, basato sul ciclo lunare, è tuttora in uso nei Paesi musulmani e regola in particolare le ricorrenze religiose, come il mese del digiuno di Ramadan e le principali festività.
Il significato spirituale dell’Egira
Oltre al valore storico e politico, l’Egira assume un significato profondo anche sul piano spirituale. Essa rappresenta infatti il passaggio da una condizione di oppressione a una di libertà, da un contesto ostile a uno favorevole alla crescita della fede.
Per molti musulmani, il concetto di Egira diventa anche metafora del percorso interiore: abbandonare le abitudini nocive, allontanarsi da ciò che ostacola la fede, per orientarsi verso Dio e verso una vita più autentica.
L’Egira come fondamento della comunità islamica
Con la migrazione a Medina, Maometto poté dare vita a una comunità politica e religiosa coesa, basata su principi di solidarietà, giustizia e mutuo soccorso. La Costituzione di Medina, redatta in quegli anni, può essere considerata uno dei primi documenti che regolavano la convivenza tra gruppi religiosi diversi, stabilendo i diritti e i doveri sia dei musulmani sia delle altre comunità presenti in città, come ebrei e tribù pagane.
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L’Egira segnò dunque la nascita non solo dell’Islam come religione organizzata, ma anche di un sistema sociale e giuridico che avrebbe influenzato profondamente la storia del mondo.
Box di approfondimento – Le fonti storiche sull’Egira
Le principali fonti che raccontano l’Egira provengono dalle biografie (sira) del Profeta, redatte nel secolo successivo. Tra le più note vi è quella di Ibn Ishaq (VIII sec.), poi rielaborata da Ibn Hisham.
Gli storici moderni sottolineano come questi testi abbiano una funzione più religiosa che cronachistica, ma restano indispensabili per ricostruire la percezione e il valore dell’evento.

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