Eventi meteorologici estremi
Ambiente

Eventi meteorologici estremi: il nuovo volto del clima globale

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Ondate di calore, alluvioni e tempeste ormai più frequenti e intensi: gli scienziati lanciano l’allarme sull’impatto dei cambiamenti climatici e dei correlati eventi meteorologici estremi

L’aumento costante della temperatura media globale ha trasformato il volto del clima. Oggi eventi meteorologici estremi, una volta rari, risultano sempre più frequenti e devastanti.

Ondate di calore in grado di infrangere record storici, inondazioni improvvise, siccità prolungate, incendi incontrollati: la violenza e la rapidità di questi fenomeni suggeriscono che non siamo più solo agli albori della crisi climatica, ma ormai nel pieno della sua realtà quotidiana.

Caldo estremo: più intenso e in crescita

Negli ultimi anni, i giorni di caldo estremo sono diventati non solo più caldi, ma anche più comuni. Secondo il NASA GRACE, la frequenza e l’intensità delle ondate di calore, siccità e alluvioni si è raddoppiata rispetto alla media del periodo 2003–2020 Il WMO prevede un’80% di probabilità che almeno un anno tra il 2025 e il 2029 sia ancora più caldo di quello attualmente record.

Ogni grado supplementare di riscaldamento globale incrementa inoltre del 7% le piogge estreme.

Il peso economico e sociale dei disastri climatici

Tra il 1980 e il 2024, gli Stati Uniti hanno affrontato 403 eventi climatici e meteorologici con danni superiori al miliardo di dollari ciascuno. Solo nel 2024, ben 27 di questi eventi si sono verificati nel primo semestre, segno che la tendenza non accenna a fermarsi.

Temperature record, incendi e disastri ambientali

All’inizio di settembre 2025, la Columbia Britannica ha battuto il record canadese di settembre con 40,8 °C, contribuendo alla seconda stagione di incendi più distruttiva mai registrata.

Nel Mediterraneo, le condizioni estreme che hanno alimentato i devastanti incendi in Spagna e Portogallo sono oggi 40 volte più probabili a causa del cambiamento climatico, con gli eventi di calore estremo ora 30 volte più intensi rispetto all’era preindustriale.

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Nel Sud Asia, le devastanti inondazioni legate al monsone hanno causato decine di morti e centinaia di migliaia di sfollati, amplificate da urbanizzazione e deforestazione.

In Europa sudorientale, le ondate di incendio del 2025 — più intense del 22% rispetto alla norma — si sono abbattute su Turchia, Grecia e Cipro, segnando la peggior stagione di fuoco mai osservata.

Resilienza umana: morti in calo, ma costi altissimi

Nonostante la tempesta climatica in atto, il numero di vittime degli eventi estremi per la prima metà del 2025 è risultato basso: circa 2.200 decessi, ben al di sotto della media storica di oltre 37 000.

Questo risultato è attribuibile a sistemi di allerta precoce e una migliore preparazione civile. I costi economici rimangono però vertiginosi, erodendo i sistemi assicurativi e aumentando le vulnerabilità sociali.

Box di approfondimento 1 – Soluzioni pratiche per contrastare gli eventi meteorologici estremi

  • Riduzione delle emissioni. Limitare il riscaldamento globale sotto 1,5 °C rimane la barriera più efficace contro l’intensificarsi di eventi estremi.
  • Infrastrutture resilienti. Investire in reti idriche, dighe, edifici antisismici e sistemi di gestione delle acque per ridurre impatti diretti.
  • Foreste gestite in modo sostenibile. Controlli periodici del sottobosco, incendi controllati e recupero delle comunità rurali possono limitare la rapidità della diffusione dei roghi.
  • Politiche urbane adattate. Progettare città più verdi, con aree ombreggiate e pavimentazioni permeabili, per mitigare isole di calore e migliorare la risposta termica.
  • Pre-allarme e protezione sociale. Mantenere e rafforzare sistemi di allerta, piani di evacuazione e dispositivi di supporto per i gruppi vulnerabili.
  • Innovazione tecnologica. Modelli previsionali avanzati come il downscaling climatico e l’Intelligenza Artificiale possono migliorare la previsione e la risposta agli eventi estremi.

Box di approfondimento 2 – Cos’è il downscaling climatico?

Il downscaling climatico è una tecnica utilizzata in climatologia per ottenere previsioni più dettagliate a livello locale o regionale partendo da modelli climatici globali (GCM, Global Climate Models).

I modelli globali descrivono l’evoluzione del clima dell’intero pianeta, ma hanno una risoluzione relativamente bassa (tipicamente celle di 50–200 km). Questo significa che non riescono a cogliere con precisione fenomeni locali come piogge intense in una valle, l’effetto delle montagne, le differenze tra una costa e l’entroterra o la presenza di grandi città.

Per superare questo limite si ricorre al downscaling, cioè a un processo di “raffinamento” delle informazioni climatiche su scale spaziali e temporali più piccole. Esistono due principali approcci:

  1. Downscaling dinamico. Utilizza modelli climatici regionali (RCM, Regional Climate Models) che “annidano” un’area specifica all’interno di un modello globale, aumentando la risoluzione e includendo dettagli topografici, uso del suolo e condizioni locali.
  2. Downscaling statistico. Applica relazioni statistiche tra dati osservati locali (temperature, piogge, venti) e i corrispondenti output dei modelli globali. Una volta costruite queste relazioni, possono essere usate per produrre proiezioni climatiche locali più accurate.

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