Come evolvono le serie TV nell’era del binge-watching?
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Come evolvono le serie TV nell’era del binge-watching?

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Dalla maratona di episodi alla trasformazione dello storytelling: il binge-watching sta rivoluzionando il modo in cui le serie tv vengono scritte, prodotte e vissute

Fino a poco più di un decennio fa, seguire una serie TV significava sintonizzarsi ogni settimana sul proprio canale preferito, aspettando l’episodio del giorno come un piccolo evento. Oggi, grazie alle piattaforme di streaming, il consumo delle serie è completamente cambiato. Il binge-watching, ovvero guardare molti episodi di fila senza interruzione, è diventato la nuova normalità. Ma come sta cambiando la narrazione televisiva per adattarsi a questo fenomeno?

Dalla narrazione episodica a quella seriale

Uno dei cambiamenti più evidenti è l’evoluzione dello storytelling. Le serie degli anni ’90 e dei primi 2000 (come Friends o E.R.) erano pensate per essere seguite anche saltuariamente: ogni episodio aveva un inizio e una fine, con archi narrativi orizzontali più blandi. Nell’era dello streaming, invece, si assiste a una predominanza di serie fortemente serializzate, in cui ogni episodio è strettamente legato al precedente.

Secondo uno studio pubblicato nel 2019 dalla Harvard Business Review, le serie pensate per il binge-watching tendono a ridurre i tempi morti e a chiudere ogni episodio con cliffhanger che spingono immediatamente a guardare quello successivo. È la logica dell’“ancora uno e poi smetto”, che tiene incollati gli spettatori per ore.

Il ruolo delle piattaforme

Netflix è stata la prima grande piattaforma a rilasciare intere stagioni in una sola volta, cambiando per sempre le abitudini di fruizione. Come ha affermato Cindy Holland, ex vicepresidente dei contenuti originali di Netflix, “vogliamo che gli spettatori si sentano liberi di guardare i contenuti come vogliono”.

Questa scelta ha avuto anche effetti sulla produzione: gli autori devono mantenere la tensione narrativa alta per l’intera stagione, evitando cali che potrebbero far perdere l’interesse dello spettatore.

L’impatto sulla scrittura e sulla regia

Il binge-watching ha portato anche a una maggiore omogeneità stilistica tra episodi. In passato, ogni episodio poteva avere registi e toni diversi; oggi, molti show sembrano più simili a lunghi film divisi in capitoli.

Come osservato da Jason Mittell, docente di media studies al Middlebury College, “le serie contemporanee assumono una struttura più cinematografica, con archi narrativi complessi e una maggiore attenzione alla coerenza visiva e tematica”.

Un’arma a doppio taglio?

Il binge-watching non è esente da critiche. Alcuni studi mettono in guardia sui rischi per la salute mentale e fisica legati alla visione compulsiva: sedentarietà, disturbi del sonno, aumento dell’ansia. Dal punto di vista culturale, si rischia inoltre di consumare le serie troppo velocemente, perdendo la possibilità di riflettere e discutere tra un episodio e l’altro.

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In questo senso, alcune piattaforme stanno reintroducendo la pubblicazione settimanale degli episodi, per stimolare l’attesa, l’analisi e la conversazione collettiva.

Il futuro delle serie TV

La direzione futura potrebbe essere ibrida. Alcune serie potrebbero continuare a essere pensate per il binge, mentre altre torneranno a una fruizione più diluita. Un esempio interessante è Stranger Things, che nelle ultime stagioni ha optato per episodi più lunghi, quasi filmici, e per una pubblicazione in due tranche, a metà tra binge e rilascio settimanale.

La verità è che il binge-watching non è solo un’abitudine, ma un fenomeno culturale: influenza come si scrive, come si gira e persino come si promuove una serie televisiva. E anche se il panorama continuerà a evolversi, una cosa è certa: oggi più che mai, la TV non si guarda, si divora.

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