Fabbrica dei materiali
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Fabbrica dei materiali: un tassello fondamentale per l’economia circolare

Tempo di lettura: 4 minuti

La Fabbrica dei materiali è un modello gestionale che sposa la sostenibilità favorendo l’affermazione dell’economia circolare su ampia scala

Nell’ottica di un futuro sostenibile, la gestione efficiente delle risorse e la riduzione degli sprechi assumono un’importanza cruciale. In questo contesto, la Fabbrica dei materiali si configura come un modello innovativo per la produzione e il consumo responsabile, basato sui principi dell’economia circolare.

Cos’è la Fabbrica dei materiali

La Fabbrica dei materiali non è solo un luogo fisico, ma un sistema integrato che rigenera i materiali a partire da quelli di scarto, evitando l’estrazione di nuove risorse e la produzione di rifiuti. Si tratta di un modello collaborativo che coinvolge diverse figure:

  • Aziende produttive che forniscono gli scarti come materia prima secondaria.
  • Centri di raccolta e di smistamento che selezionano e pretrattano i materiali per renderli idonei al riuso.
  • Impianti di riciclo che trasformano gli scarti in nuovi materiali con caratteristiche equivalenti a quelli vergini.
  • Industrie utilizzatrici che impiegano i materiali riciclati nei loro processi produttivi.

Che tipo di vantaggi offre la Fabbrica dei materiali?

I benefici che derivano da un sistema ciclico come la Fabbrica dei materiali vanno a toccare vari ambiti. Sfruttando le opportunità di questo sistema integrato, si può ottenere una riduzione dell’impatto ambientale. Si riesce a diminuire il consumo di risorse naturali, l’inquinamento e le emissioni di CO2.

La Fabbrica dei materiali aiuta a risparmiare perché consente di abbattere i costi di produzione, creando un nuovo mercato per i materiali riciclati.

Inoltre, il modello incentiva l’innovazione nel campo del riciclo e del riuso, portando allo sviluppo di tecnologie più performanti.

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Esempi nel Mondo

In Europa, troviamo un modello eccellente di Fabbrica dei materiali nel progetto Rotterdam Recycling City che mira a trasformare la città dei Paesi Bassi in un centro di eccellenza per il riciclo e per l’economia circolare.

Nella località di Elgin, in Illinois (USA), esiste un progetto pilota che mira a riciclare il 100% dei rifiuti urbani della città.

Salva la natura

Nel continente asiatico, ci imbattiamo in Zero Waste SG, un piano ambizioso attraverso cui la città di Singapore mira a ridurre drasticamente la quantità di rifiuti inviati in discarica entro il 2030.

Questi sono solo alcuni esempi di come la Fabbrica dei materiali stia prendendo vita in diverse regioni del nostro Pianeta. La diffusione del modello è essenziale per la transizione verso un’economia più sostenibile e responsabile.

Il riuso come fonte di occupazione professionale

Il riuso rappresenta un’importante opportunità per la creazione di nuovi posti di lavoro. Secondo uno studio del 2019 della Ellen MacArthur Foundation, in Italia, l’economia circolare potrebbe creare fino a 110.000 posti di lavoro entro il 2030, di cui 42.000 direttamente nel settore del riuso.

Tra i campi con il maggior potenziale di crescita occupazionale emergono la riparazione e la manutenzione di prodotti elettronici, mobili, elettrodomestici e altri beni di consumo, un’attività in forte crescita, che richiede competenze tecniche specifiche.

Altrettanto promettente in termini economici è il riciclo creativo. La trasformazione di materiali di scarto in nuovi prodotti artigianali e di Design è un settore in continua evoluzione, che offre opportunità a imprenditori affermati, startupper e creativi.

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L’attenzione va indirizzata anche verso il Selling. In questo ambito, si richiede la formazione di personale qualificato in grado di valutare la qualità dei prodotti e di fornire assistenza ai clienti.

Oltre che contribuire alla tutela dell’ambiente e allo sviluppo di uno stile di vita sostenibile, il riuso rappresenta quindi una possibilità, finora poco sfruttata, per creare nuovi posti di lavoro, favorendo l’affermazione dell’economia circolare su larga scala.

Riparare è meglio che curare

Negli ultimi decenni, la società occidentale si è dimostrata sostenitrice di un modello “usa e getta”, basato sul consumismo sfrenato. Le pessime abitudini delle persone hanno portato a sprechi difficili da quantificare e alla produzione di rifiuti a dismisura. Le conseguenze hanno avuto un peso di enorme portata sull’ambiente, sulla salute psico-fisica e sull’economia.

Una delle soluzioni per contrastare questo pessimo fenomeno economico-sociale è la diffusione di una cultura del riutilizzo, mediante l’adozione di pratiche positive come la riparazione. L’Unione Europea si è espressa a favore della prassi, garantendo un’opportunità ai propri cittadini: il diritto alla riparazione.

Direttiva sul diritto alla riparazione: un passo avanti per l’economia circolare

L’Unione Europea ha emanato la Direttiva sul diritto alla riparazione, un pacchetto di misure volte a facilitare la riparazione di beni di consumo come smartphone, tablet, elettrodomestici e computer. L’obiettivo è di ridurre i rifiuti elettronici e di promuovere l’economia circolare.

La Direttiva prevede:

  • Maggiore accesso alle informazioni. I produttori dovranno fornire ai consumatori informazioni chiare e facilmente accessibili sulla riparabilità degli articoli immessi nel mercato, includendo la durata media della riparazione e il costo dei ricambi.
  • Disponibilità dei ricambi. Le aziende produttrici dovranno rendere disponibili i ricambi originali ai riparatori indipendenti per un periodo di almeno 10 anni per gli articoli elettronici e 7 anni per gli elettrodomestici.
  • Divieto di ostacoli alla riparazione. I produttori non potranno utilizzare software o Design che rendano la riparazione dei prodotti difficile o impossibile da realizzare.
  • Estensione della garanzia. I consumatori che riparano i loro prodotti avranno diritto a un’estensione della garanzia legale di due anni.

La Direttiva sul diritto alla riparazione è entrata in vigore il 1° luglio 2023. Gli Stati membri hanno due anni per recepirne le disposizioni nel proprio ordinamento nazionale.

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