Un viaggio nella Milano sotterranea svela una città nascosta, in cui antiche catacombe e rifugi antiaerei raccontano storie di fede e resilienza, testimoniando secoli di trasformazioni urbane e sociali
Milano, metropoli dinamica e moderna, cela sotto il suo manto urbano un intricato mondo sotterraneo. Dalle catacombe paleocristiane ai rifugi antiaerei della Seconda Guerra Mondiale, il sottosuolo milanese è un archivio vivente che conserva le tracce di epoche diverse, riflettendo le trasformazioni storiche, culturali e sociali della città.
Cosa leggerai nell'articolo:
Le catacombe: testimonianze di fede e storia della Milano sotterranea
Le catacombe di Milano rappresentano alcune delle più antiche testimonianze della cristianità in Italia. Tra le più note, le Catacombe di San Gennaro e quelle di San Vittore al Corpo, risalenti al IV secolo, offrono uno sguardo sulla vita religiosa e sulle pratiche funerarie dei primi cristiani. Questi luoghi sacri, scavati nel tufo, erano non solo siti di sepoltura ma anche spazi di culto e rifugio durante le persecuzioni.
I rifugi antiaerei: la risposta della città ai bombardamenti
Durante la Seconda Guerra Mondiale, Milano è stata oggetto di intensi bombardamenti, rendendo necessaria la costruzione di numerosi rifugi antiaerei. Secondo l’Archivio del Comune di Milano, nel 1940 erano presenti 135 rifugi pubblici, con una capacità totale di oltre 55.000 persone, distribuiti in 1.094 celle. A questi si aggiungevano circa 500 rifugi privati, spesso ricavati nei locali cantinati degli edifici, adattati per resistere alle esplosioni .
Rifugi pubblici e privati: una rete di protezione
I rifugi pubblici erano spesso situati in edifici scolastici, amministrativi o in piazze strategiche. Un esempio significativo è il Rifugio 87, situato sotto la scuola primaria Leopardi in viale Luigi Bodio, che poteva ospitare fino a 450 persone in 220 metri quadrati. Questo edificio è stato restaurato e oggi è visitabile, offrendo un’esperienza immersiva nella vita quotidiana durante i bombardamenti.
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Un altro esempio è il rifugio di Piazza Grandi, costruito nel 1936 sotto la monumentale fontana. Realizzato in cemento armato, poteva accogliere circa 450 persone. A contraddistinguerlo è un design labirintico per contenere gli effetti delle esplosioni. Dopo un lungo periodo di abbandono, è stato restaurato e aperto al pubblico nel 2017.
I rifugi privati, invece, erano spesso semplici cantine rinforzate con travi in legno, dotate di materiali di pronto soccorso, acqua e viveri. Su molti edifici di Milano sono ancora visibili le segnaletiche originali, come le scritte “U.S.” (uscita di soccorso), che indicavano la presenza di questi rifugi .
Strutture speciali: i rifugi della S.M.I. e i Bunker Breda
In tempi di guerra, alcune aziende milanesi hanno costruito rifugi antiaerei più sofisticati per proteggere i propri lavoratori. Nel 1939, la Società Metallurgica Italiana (S.M.I.) ha realizzato una vasta rete di gallerie sotterranee, scavate nella roccia a una profondità di 15-30 metri, complete di infermerie, pronto soccorso e sistemi di ventilazione autonoma.
Similmente, i Bunker Breda, situati nel Parco Nord, servivano a proteggere gli operai della V sezione Aeronautica dell’azienda Breda. Questi rifugi, costruiti in cemento armato, sono ancora visitabili e offrono una testimonianza tangibile della vita durante i bombardamenti.
[Cover Image realizzata da AI]

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