Il ritorno della lontra nelle aree alpine è un’ottima notizia per la biodiversità. Segna un importante successo nella conservazione di questa specie rara in Europa
A distanza di quarant’anni dall’ultimo monitoraggio nazionale della popolazione di lontra promosso dal WWF Italia, una nuova ricerca ha rivelato risultati incoraggianti: la lontra (Lutra lutra) è riapparsa sull’arco alpino italiano in aree dove era scomparsa da decenni.
Le Regioni che hanno visto il ritorno di questo affascinante mammifero sono il Friuli-Venezia Giulia, il Veneto, il Trentino-Alto Adige, la Lombardia e la Liguria, confermando avvistamenti avvenuti anche quattro anni fa nell’entroterra di Ventimiglia, dove la specie non si osservava da trent’anni.
Nel Centro Italia, la lontra è stata avvistata nuovamente nel Lazio e nelle Marche, mentre nel Mezzogiorno ha mantenuto una presenza stabile in Regioni come Campania, Basilicata, Puglia, Calabria, Abruzzo e Molise.
Il ruolo vitale della lontra nella biodiversità
La presenza della lontra nell’arco alpino rappresenta molto più di un semplice ritorno di una specie. L’affascinante mammifero acquatico agisce come una gemma di biodiversità, tessendo delicati equilibri negli ecosistemi fluviali. La sua reintroduzione non solo arricchisce il panorama naturale, ma contribuisce anche a mantenere la salute degli habitat.
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Nel suo ruolo di predatore in cima alla catena alimentare, la lontra impedisce il proliferare di specie dannose, mantenendo così la stabilità degli ecosistemi acquatici. La sua presenza è anche indicatore di un ambiente sano e ben conservato. Con il suo ritorno, si apre una nuova era di speranza per la biodiversità nelle Alpi italiane.
Il Progetto Lontra del WWF
Il “Progetto Lontra”, promosso dal WWF in collaborazione con l’Università del Molise, ha giocato un ruolo chiave nel rilevamento di questi segnali positivi. Il team ha eseguito un’indagine estesa su 35 bacini idrografici, incluso quello del Magra, per individuare tracce della presenza dell’animale. Attualmente, si stima che la popolazione italiana di lontra sia compresa tra 800 e 1.000 individui, un numero ancora inferiore al limite vitale minimo di 4000-5000 individui.
Tra i fattori che hanno contribuito al ritorno del mammifero al Nord c’è lo sconfinamento di esemplari provenienti dai Paesi vicini, compresa la Francia. I fiumi fungono da corridoi ecologici naturali che facilitano il movimento della specie. Si ipotizza che la lontra possa anche utilizzare il mare per spostarsi da un bacino all’altro, come indicato da segnalazioni sempre più frequenti di esemplari in sosta nei porti o avvistati mentre nuotano vicino alle spiagge.
Una specie ancora a rischio
Nonostante i progressi nella conservazione, le minacce per la lontra rimangono significative. Componenti negative per la sua sopravvivenza sono gli attraversamenti stradali, la frammentazione dei fiumi e il degrado degli habitat. La realizzazione di aree protette avvenuta negli ultimi anni è stata determinante nel supportare il ritorno del mammifero, ma le iniziative di tutela devono per forza di cose proseguire. L’implementazione di misure di conservazione sono fondamentali per garantire il successo a lungo termine.
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I risultati completi del “Progetto Lontra” saranno presentati il prossimo 29 Maggio, in occasione della Giornata Mondiale della Lontra, appuntamento che offrirà ulteriori spunti di riflessione sulle prospettive future di questa specie iconica.
Sono la CEO di Controsenso, Impresa operante nel Digital Marketing, nel giornalismo e nella comunicazione strategica. Dirigo un team di esperti che supporta P.M.I. e privati, aiutandoli a promuovere i propri progetti online e offline.